Trump ritira 12mila militari dalla Germania

‘Non pagano la loro quota Nato’.

di Enrico Oliari

La cancelliera tedesca Angela Merkel al momento ha incassato il colpo e non si è pronunciata, ma certo la decisione della Casa Bianca di ritirare 11.900 militari statunitensi dalla Germania rappresenta uno schiaffo per Berlino. D’altronde il presidente Donald Trump lo aveva minacciato già nei giorni scorsi, quando aveva definito la Germania “delinquente” perché non aveva risposto in solido agli impegni economici nel quadro Nato, quel 2% di Pil che ogni paese membro è obbligato a sborsare e che in pochi sborsano. “Non hanno pagato le loro tasse della Nato, aveva accusato Trump, sostenendo che “sono stati lontani per anni e non hanno intenzione di pagare”.
Quella degli obblighi di spesa per la Nato sono un cavallo di battaglia dell’amministrazione Usa, ma l’operazione di portare da 36mila a 24mila il numero dei soldati statunitensi stanziati in Germania non va vista solo per le mancate coperture alle spese militari, ne’ tantomeno come una semplice boutade elettorale.
Agli occhi del presidente Usa la Germania di Merkel è infatti un paese ribelle, che ha approfittato delle tensioni commerciali con la Cina per inserirsi in fette di mercato importanti, per di più in un periodo dove la crisi pandemica si sta trasformando in un disastro economico a livello globale. La Germania per esempio non ha ancora assunto una posizione chiara su Huawei, il colosso cinese impegnato nello sviluppo della rete 5G bandito dagli Usa ufficialmente per il rischio di spionaggio.
E, come se non bastasse, non è da oggi che Berlino sta pensando ad un esercito europeo che in un periodo non troppo vicino potrebbe arrivare a sostituirsi alla Nato, di fatto depotenziando il ruolo degli Stati Uniti nel Vecchio continente.
Prova ne è il fatto che degli 11.900 militari tolti dalla Germania 6.400 torneranno a casa, ma 5.500 verranno stanziati in Italia e in Belgio, due paesi che non brillano certo per la pronta risposta agli impegni economici della Nato.
Il capo del Pentagono Mark Esper ha inoltre lasciato intendere che potrebbero esserci a breve ulteriori prelievi di militari dalla Germania per destinarli alla Polonia, ai Paesi Baltici e alla regione del Mar Morto, ma che la cosa dipenderà dagli accordi con le autorità locali.
Se Merkel al momento non si è pronunciata, lo ha fatto il candidato alla presidenza della Cdu Norbert Roettgen, il quale ha affermato che “Il ritiro delle truppe Usa invece di rafforzare la Nato porta ad un indebolimento dell’Alleanza nei confronti della Russia ma anche dei conflitti nel Vicino e Medio Oriente”, omettendo però il fatto che forse più che la Russia è la Cina a rappresentare la vera incognita, basti pensare che nel paese orientale la spesa militare è in continua crescita, 26 miliardi nel 2019 (+5,8% sul 2018). E che mentre Nato e Russia si misurano in esercitazioni militari ai confini dell’Europa orientale, con al massimo qualche scramble nei cieli artici, la potenza marittima e aerea in Oriente comincia a farsi sentire in tutto il globo, si pensi alla base cinese a Gibuti.