di Bessem Ben Dhaou –
SFAX. Lunedì scorso l’isola tunisina di Kerkennah, situata nel governatorato di Sfax, ha ospitato la cerimonia di firma di un accordo di partenariato tra il Programma delle Nazioni Unite per gli Insediamenti Umani in Tunisia (ONU-Habitat), la Banca Tuniso-Emiratina (BTE) e la Federazione Tunisina per l’Ambiente e lo Sviluppo (FTED).
L’iniziativa mira a promuovere lo sviluppo locale sostenibile e a rafforzare la capacità di resilienza climatica delle comunità costiere.
Sostenuto dalla Direzione Regionale dell’Istruzione di Sfax 2, l’accordo consolida una collaborazione tripartita tra il settore pubblico, quello privato e la società civile, per l’attuazione del progetto “Club di resilienza climatica e sviluppo sostenibile nelle scuole primarie di Kerkennah”.
Il progetto è finanziato dalla Banca Tuniso-Emiratina, realizzato dalla FTED e accompagnato da ONU-Habitat Tunisia, nell’ambito dell’iniziativa più ampia “SOUMOUD – Resilienza”, sostenuta dall’Agenzia Spagnola per la Cooperazione Internazionale allo Sviluppo (AECID).
Questo evento ha rappresentato un momento cruciale nel percorso nazionale verso uno sviluppo urbano sostenibile. I tre partner si sono impegnati a unire gli sforzi per fare di Kerkennah un modello di innovazione sociale e ambientale, attraverso soluzioni basate sulla natura e concepite in modo partecipativo con la popolazione locale.
La collaborazione risponde direttamente alle sfide climatiche crescenti che l’isola deve affrontare. Kerkennah è infatti classificata come “hotspot” del Mediterraneo, fortemente esposta all’innalzamento del livello del mare, all’erosione costiera, alla perdita di biodiversità e al declino delle attività economiche legate alla pesca tradizionale.
ONU-Habitat ha ribadito il proprio impegno ad accompagnare il Comune di Kerkennah e gli attori locali nei processi di pianificazione urbana sostenibile, gestione dei rischi climatici e promozione dell’inclusione sociale, in linea con l’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile n. 11: “Città e comunità sostenibili, inclusive e resilienti”.
In un’intervista rilasciata a Notizie Geopolitiche, Aïda Robbana, direttrice del Centro ONU-Habitat Tunisia, ha dichiarato che “Abbiamo lavorato per oltre un anno e mezzo con tutti i partner e concordato sulla necessità di creare club ambientali in nove scuole primarie, una scuola media, un liceo e un centro vacanze dell’isola, per sensibilizzare gli studenti ai valori della sostenibilità e della tutela dell’ambiente locale. Il nostro ruolo non si limiterà all’avvio del progetto, ma continueremo a fornire supporto tecnico e monitoraggio costante per garantirne il successo a lungo termine”.
Feryel Chebraq, direttrice generale della Banca Tuniso-Emiratina, ha riaffermato l’impegno dell’istituto verso la finanza verde e responsabile, sottolineando la volontà di integrare la sostenibilità ambientale nel proprio modello economico attraverso iniziative ad alto impatto sociale ed ecologico. “Il miglior investimento è quello nel capitale umano: formare e sensibilizzare le nuove generazioni sull’importanza della tutela ambientale è la chiave per costruire un futuro sostenibile. La banca ha stanziato 97mila dinari tunisini, con la possibilità di aumentare questo importo, per garantire il successo del programma e la creazione di club che abbiano un impatto positivo sui giovani”.

La FTED sarà responsabile dell’attuazione sul campo del progetto, con la creazione di club scolastici dedicati alla sensibilizzazione ambientale e all’adozione di comportamenti di adattamento ai cambiamenti climatici. El Hadi Belhaj, coordinatore generale della FTED, ha dichiarato che “Inizieremo formando i responsabili dei club ambientali, ospitando esperti del settore e accompagnandoli per due anni, in modo da garantire una gestione efficace e sostenibile delle attività. Puntiamo sui giovani come anello di congiunzione tra le generazioni, affinché diventino promotori di una cultura di tutela e protezione dell’arcipelago”.
L’accordo adotta un approccio partecipativo che coinvolge tutti gli attori locali, cioè istituzioni pubbliche, settore privato e società civile, con particolare attenzione ai gruppi più vulnerabili, tra cui donne, giovani, migranti e pescatori tradizionali.
L’obiettivo è trasformare Kerkennah in un laboratorio vivente per l’adattamento ai cambiamenti climatici, capace di ispirare altre isole e regioni costiere del Mediterraneo.
I partner hanno sottolineato che la creazione dei club di resilienza climatica nelle scuole primarie rappresenta un passo concreto verso la costruzione di una nuova cultura ambientale, fondata sulla partecipazione attiva dei bambini e sulla promozione di valori legati alla tutela delle risorse naturali e alla cittadinanza ecologica.
Questa iniziativa contribuirà a rafforzare la capacità delle comunità locali di affrontare gli effetti del cambiamento climatico e a sostenere l’economia dell’isola attraverso progetti di agricoltura ecologica e turismo sostenibile, rendendo Kerkennah un modello di coesione sociale ed economica di fronte alle sfide ambientali.
Con questo partenariato, la Banca Tuniso-Emiratina, ONU-Habitat e la FTED hanno dato vita a un esempio concreto di cooperazione multilaterale per uno sviluppo più inclusivo e sostenibile, che riflette lo spirito della Partnership globale per il clima e colloca Kerkennah tra le iniziative mediterranee più avanzate in materia di adattamento climatico.
L’isola di Kerkennah affronta infatti rischi climatici crescenti che minacciano il suo equilibrio ambientale e sociale: l’innalzamento del livello del mare e l’erosione costiera hanno già causato l’allagamento di aree abitate; la salinizzazione del suolo e delle falde compromette l’agricoltura e le risorse idriche; mentre ondate di calore e siccità accentuano la vulnerabilità degli ecosistemi. Inoltre, la perdita di biodiversità marina e la diffusione di specie invasive come il granchio blu aggravano la crisi della pesca tradizionale.
Questi fenomeni rendono Kerkennah una delle zone più fragili del Mediterraneo di fronte ai cambiamenti climatici.












