Tunisia. Ancora morti in mare. A Sfax cimiteri sotto pressione

di Bessem Ben Dhaou

SFAX. Gli uomini della Protezione civile tunisina hanno soccorso quattro imbarcazioni di migranti al largo delle coste del governatorato di Sfax: al loro arrivo i mezzi erano affondati, ma sono stati tratti in salvo 97 superstiti. Sono stati recuperati 17 corpi di persone annegate, mentre sei migranti risultano ancora dispersi.
Il portavoce ufficiale dei tribunali di Sfax, Murad al-Turki, ha spiegato che i migranti erano per la maggior parte provenienti dall’Africa Subsahariana, e che “Le unità della Guardia Nazionale e della Marina, con la partecipazione dei subacquei della Protezione civile, continuano a cercare le sei persone scomparse che si trovavano a bordo di queste barche”. Ha poi osservato che i cimiteri di Sfax stanno subendo pressioni a causa dell’elevato numero di vittime dell’immigrazione clandestina, oltre alla perdita di fondi per la sepoltura stimati in 250 dinari per cadavere. 47 corpi di precedenti naufragi si trovano ancora nell’ospedale di Sfax in attesa di sepoltura.
Il ministero dell’Interno ha annunciato pochi giorni fa di aver arrestato 20.616 trasgressori dei confini marittimi nel 2021, di cui 10.371 stranieri, la maggior parte provenienti dall’Africa Subsahariana.
Dal 2011 il ritmo della migrazione irregolare dalla Tunisia è aumentato, ma è recentemente diminuito a seguito della stretta delle misure di sicurezza nei confronti dei trafficanti. Secondo i dati ufficiali tunisini, 22mila giovani sono emigrati lo scorso anno in modo irregolare verso le coste italiane a causa della disoccupazione e delle difficili condizioni economiche in cui versa la Tunisia.