Tunisia. Il giornalista arso dalle fiamme non si è suicidato

Proteste e scontri nel paese, si rischia il caos.

di Mohamed Ben Abdallah

TUNISI. Abderrazk Zerki, il giornalista deceduto dopo essere stato avvolto dalle fiamme due giorni fa nella centralissima piazza dei Martiri di Kasserine, nella Tunisia occidentale, non si sarebbe suicidato bensì sarebbe rimasto ucciso, ancora non si sa se in modo doloso o accidentale.
La ricostruzione della polizia, riportata da Radio Jawhara Fm, vede sì il reporter essersi cosparso di benzina per protestare contro la condizione socioeconomica propria ed in generale, ma non essere stato lui ad appiccare le fiamme. Il video dell’accaduto ha mostrato agli inquirenti la mano con un accendino di una persona già individuata e fermata, la quale ha riferito essersi trattato di un incidente.
Fatto sta che continuano nel paese a susseguirsi le proteste per la crisi economica, la disoccupazione e l’alto livello di corruzione in cui versa la Tunisia, e nel paese si moltiplicano le manifestazioni antigovernative. Gli scontri e le violenze sembrano essere il sintomo di un’escalation dagli esiti imprevedibili, e che potrebbero portare la Tunisia ben presto nel caos.
A Jebeniana, nel governatorato di Sfax, un giovane ha tentato oggi di darsi fuoco davanti ad una caserma di polizia, ma è stato soccorso prontamente: con un gruppo di giovani si era ritrovato per protestare contro gli agenti da loro accusati di voler insabbiare le indagini sulla morte per incidente stradale di un loro amico.