di Giuseppe Gagliano –
Il presidente tunisino Kais Saied ha intrapreso un significativo cambiamento nella politica estera del paese, avvicinandosi all’Iran. Questo spostamento è avvenuto in un contesto di isolamento internazionale e di crisi economica interna. Saied ha espresso posizioni fortemente antisioniste e ha contestato la soluzione dei due Stati per il conflitto israelo-palestinese, posizionandosi in contrasto con molti stati arabi e occidentali. La sua visita in Iran e la retorica populista contro Israele sembrano essere mosse per ottenere supporto interno, nonostante il rischio di ulteriore isolamento e destabilizzazione.
L’avvicinamento della Tunisia all’Iran rappresenta una mossa geopolitica significativa che potrebbe avere diverse implicazioni, tra cui isolare ulteriormente la Tunisia nella regione, poiché potrebbe perdere il sostegno dei paesi del Golfo e degli stati arabi moderati che sostengono la soluzione dei due Stati per il conflitto israelo-palestinese. La nuova alleanza con l’Iran sembra essere un tentativo di Saied di unirsi ad altri leader autoritari con una visione teologica e anti-occidentale, rafforzando così l’asse iraniano in Nord Africa e aumentando le tensioni regionali.
Dal punto di vista economico la Tunisia, già in difficoltà, potrebbe non trarre vantaggi significativi da questa nuova alleanza, poiché l’Iran stesso è sotto sanzioni internazionali e ha limitate capacità di offrire supporto economico. Tale scenario rischia di aggravare la crisi economica tunisina piuttosto che alleviarla.
Infine la retorica di Saied e il rifiuto della soluzione dei due Stati potrebbero alimentare ulteriori conflitti nella regione, esacerbando le sofferenze umanitarie e complicando ulteriormente la situazione geopolitica del Medio Oriente.