Turchia. Erdogan aiuta al-Serraj perché vuole il gas dei fondali

di Giuseppe Gagliano

Recentemente il presidente turco Recep Tayyp Erdogan ha reso noto che “La Turchia intende porre in essere attività di esplorazione e perforazione” nel Mediterraneo, nelle zone determinate dall’accordo con la Libia, e che “la nave Oruc Reis effettuerà inizialmente un’esplorazione sismica”. “Proprio per questo – ha aggiunto Erdogan – “non è più possibile per altri Paesi condurre attività di ricerca sismica e di perforazione senza il consenso della Turchia e della Libia nelle aree designate dall’accordo marittimo”. Naturalmente Erdogan sta alludendo al memorandum d’intesa siglato a fine novembre a Istanbul dal premier turco con il premier del Governo di accordo nazionale (Gna) di Tripoli Fayez al-Sarraj.
Questa dichiarazione esplicita costituisce la chiave di volta per comprendere la politica turca in Libia. Se infatti Ankara, grazie all’accordo con il GNA, intende contribuire al rafforzamento del dispositivo militare, tale sostegno è determinato dalla necessità di salvaguardare l’accordo con la Libia per le rispettive zone economiche esclusive in un’area strategica a livello geoeconomico quale quella del Mediterraneo orientale. La Turchia non intende infatti farsi escludere da questo snodo cruciale del Mediterraneo, come al contrario vorrebbero Cipro, Egitto, Grecia e Israele anche attraverso il gasdotto sottomarino EastMed.
Naturalmente la necessità da parte di Ankara di salvaguardare il proprio interesse nazionale, nello specifico quello energetico, deve essere contestualizzato all’interno di un progetto di politica estera molto più ampio volto a rafforzare la propria influenza sia in Medio Oriente che in Nordafrica in un’ottica neo ottomana. Alla luce di quanto affermato, risulta evidente che la Turchia non può che perseguire la vittoria politica e militare del Gna sia per la salvaguardare l’accordo marittimo siglato sia per ampliare la sua sfera di influenza nel Mediterraneo. Inevitabile allora diventa il conflitto con gli altri players dello scacchiere libico e cioè con l’Egitto, gli Emirati Arabi Uniti e quindi con Haftar.