Turchia. Nuova ondata di arresti di gulenisti

di Giuseppe Gagliano

Nelle ultime settimane le autorità turche hanno arrestato 544 persone sospettate di essere collegate a Fethullah Gulen, un ex alleato di Erdogan considerato responsabile del tentato colpo di stato del 2016. Erdogan, grazie anche agli allarmi dei servizi segreti russi, riuscì a sopravvivere al golpe e rispose con una repressione massiccia: migliaia di arresti, licenziamenti e condanne all’ergastolo di funzionari, militari, giornalisti, imprenditori e giudici. Recentemente il ministro degli Interni Ali Yerlikaya ha annunciato una nuova ondata di arresti in 62 delle 81 province turche, mirata a colpire l’infiltrazione dei gulenisti nell’amministrazione pubblica. L’incubo di Erdogan è stato riacceso a dicembre, quando la procura di Istanbul ha ordinato l’arresto di figure influenti, compresi figli di ministri e importanti uomini d’affari. Lo scandalo ha generato turbolenze all’interno del partito di Erdogan, l’Akp, con esponenti come l’ex calciatore Hakan Sukur che hanno denunciato le azioni del governo.
Il ricco imam Gulen oggi vive negli Usa, che però si sono rifiutati di rispondere alla richiesta di estradizione avanzata dalle autorità turche.