di Enrico Oliari –
Se c’è una cosa che ogni analista, anche il più scarso, sa è che il conflitto ucraino è stato fino ad oggi di bassa entità, specie se si considera l’importante arsenale russo, uno dei più potenti e avanzati del mondo. Nonostante questo il presidente statunitense Joe Biden ha autorizzato, ormai alla fine del suo mandato, l’impiego dei missili Usa a lungo raggio nel territorio russo, a iniziare con tutta probabilità contro le truppe russe e nordcoreane nella regione russa di Kursk. Questa è stata invasa ad agosto dalle forze d’élite ucraine, equipaggiate di tutto punto con le armi occidentali, al fine di alleggerire la pressione sul Donbass e di prendere il controllo della locale centrale nucleare, ma la sortita è fallita trasformandosi in un effetto contro gli assalitori, logorati ormai da mesi e senza aver raggiunto gli obiettivi prefissati. Lì sarebbero confluiti gli 11mila militari nordcoreani quale frutto dell’accordo militare fra Corea del Nord e Russia, ma sarebbero in arrivo, secondo il Financial Times, non meno di 50 cannoni semoventi M1989 da 170 mm di fabbricazione nordcoreana e 20 lanciarazzi multipli.
I missili che Biden avrebbe autorizzato per colpire il territorio russo sarebberogli Atacms, e con puerile entusiasmo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato, come riportato dalla Ukrainska Pravda, che “si tratta del Piano della vittoria che ho presentato ai nostri partner (…), i missili parleranno da soli”.
E’ evidente che ad attacchi con i missili da crociera nel proprio territorio Mosca risponderà alzando l’asticella della propria aggressività in un momento in cui l’esercito ucraino sta soffrendo in modo pesante la pressione dei russi, ma è stato fatto notare dal Cremlino che l’impiego dei missili da crociera supererà la “linea rossa” e comporterà l’intervento diretto della Nato contro la Russia.
Con tutta probabilità Biden conterebbe proprio sulla reazione russa per terminare il suo mandato obbligando il suo successore Donald Trump a continuare quel conflitto che vorrebbe chiudere, ma il rischio è che anche a Mosca si faccia sul serio e che la risposta comporti l’impiego di armi assai più letali di quelle impiegate fin ora, con il rischio che ci si avvii a un’escalation con i due blocchi contrapposti.
Condanna per l’iniziativa della Casa Bianca è arrivata dalla Cina, per la quale è necessario guardare alla risoluzione e non all’allargamento del conflitto, mentre Germania e Italia restano contrari all’impiego di missili occidentali, perlomeno dei propri, sul territorio russo.