di Enrico Oliari –
L’istituto di ricerca sociologica Advanced Legal Initiatives di Kiev ha condotto un sondaggio intervistando un campione di 2mila cittadini residenti fisicamente in diverse regioni del paese, ad esclusione di quelle controllate dalla Russia. A circa mille di loro è stato posto il quesito se avrebbero accettato la cessione di alcuni territori alla Russia nel quadro di trattative di pace, e il risultato ha mostrato una crescita dei disponibili dal 32% di ottobre al 38% di dicembre, mentre i contrari sono passati dal 58% al 51%. Il dato appare più evidente se si prende in considerazione il mese di settembre 2022, quando i favorevoli erano l’8% e i contrari l’85%.
Il primo a parlare della necessità di concessioni territoriali alla Russia era stato nell’ottobre 2024 l’allora segretario della Nato Jens Stoltenberg, una linea poi ripresa dal presidente eletto Usa Donald Trump, ma anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ammesso in dicembre a Le Parisien che i territori del Donbass e la Crimea “ormai sono sotto il controllo russo, e noi non abbiamo la forza per riconquistarli. Per cui ci rimane solo la via diplomatica per portare Putin al tavolo delle trattative”.
D’altronde i russi continuano ad avanzare nel Donbass a ritmo sfrenato, e dopo la presa di Kurakhove e di Shevchenko sono sul punto di entrare a Prokrovsk, importante centro strategico la cui caduta potrebbe comportare il cedimento del fronte ucraino meridionale.
Zelensky è tornato oggi a lamentare la lentezza nelle forniture da parte dei paesi occidentali, e ha ricordato a tutti gli impegni presi. Tuttavia a mancare sono anche i militari, spesso costretti al fronte anche per 11 mesi filati. Dopo le retate nelle discoteche, nei ristoranti e ai concerti, si sta ora pensando, come ha suggerito il Pentagono, di abbassare la leva dai 25 ai 18 anni, anche per far fronte al crescente fenomeno delle disersioni. Nei giorni scorsi vi è stata a Pokrovsk l’incredibile diserzione di massa di 1.700 militari ucraini, l’intera 155ma Brigata meccanizzata “Anna di Kiev”. Questa era stata addestrata in Francia e in Polonia, ed era stata armata dall’occidente con carri Leopard 2A4 e obici Caesar da 155 mm, ma i soldati hanno lamentato la scarsità di mezzi tecnologici e soprattutto il fatto che quasi tutti fossero senza una reale esperienza sul campo: solo in 51 avevano infatti esperienza di guerra alle spalle. Di 500 di loro ancora non vi è traccia, in diversi potrebbero essersi arresi al nemico.