Ucraina. Dopo lo scandalo corruzione Zelensky ha licenziato (in piena guerra) il ministro della Difesa

di Guido Keller –

Il ministro della Difesa ucraino Oleksii Reznikov è stato licenziato dal presidente Volodymyr Zelensky nel pieno della guerra con la Russia. Già ieri Reznikov si era detto pronto a lasciare il suo ruolo nel momento in cui glielo avesse chiesto il comandante in capo, cioè il presidente, ed oggi è arrivata la conferma che sarà sostituito dal 37enne capo dell’intelligence Kyrylo Budanov.
A determinare il licenziamento di Reznikov è stato un clamoroso scandalo corruzione che ha investito il ministero della Difesa, e che ha costretto a gennaio l’allontanamento del viceministro Vyacheslav Shapovalov e di altri esponenti della Difesa tra cui il responsabile per gli appalti Bohdan Khmelnytskyi, il quale aveva intascato fior di mazzette per giubbotti antiproiettile scadenti.
In pratica mentre gli ucraini morivano sotto le bombe, ai giovani si chiedeva di combattere e agli occidentali di inviare sempre più armi, c’era chi, stando alle accuse, pensava a fare soldi ad esempio firmando contratti per le forniture alimentari con prezzi fino a tre volte quelli di mercato.
Nel quadro del maxi-scandalo era saltato a gennaio il vice capo dell’ufficio presidenziale Kyrylo Tymoshenko, i viceministri per lo Sviluppo del territorio Ivan Lukeryu, Vyacheslav Negoda e Vasily Lozinsky, questo accusato di una tangente di 400mila dollari per la fornitura di generatori, nonché il viceministro delle Politiche sociali Vitaly Muzychenka. Dimessi anche cinque governatori regionali e dirigenti delle dogane, accusati di tangenti a sei zeri.
Nella campagna anti-corruzione di Zelensky, per il quale “Sulla corruzione la giustizia sarà assicurata”, è rimasto impigliato l’oligarca che lo ha creato, quell’Igor Kolomoisky che è (o era) l’uomo più ricco del paese, ex governatore di Dnipropetrovsk, ex presidente del Parlamento ebraico europeo, poi privato della cittadinanza ucraina (è comunque cittadino di Israele e di Cipro) e con diversi beni confiscati per la guerra, tra cui compagnie petrolifere. L’oligarca è proprietario dell’emittente televisiva 1+1, che ha mandato in onda la serie televisiva con protagonista lo stesso Zelensky, “Servitore del popolo”.
Dopo le pressioni di Washington e di Bruxelles, che con la guerra hanno inviato centinaia di miliardi di dollari in armi e aiuti, il presidente ci sta andando pesante, anche perché l’agognata adesione all’Unione Europea prevede un impegno serio nel contrasto alle ladrerie: nel 2021, dopo che per 7 anni sono piovuti sull’Ucraina 17 miliardi di euro da Bruxelles per sostenerne il percorso democratico (tra cui la lotta alla corruzione), la Corte dei conti europea ha “constatato che la grande corruzione è rimasta un problema cruciale nel paese”.