di Alessandro Micalef –
Con le conclusioni del Consiglio Europeo del 23 e 24 giugno scorso si è conclusa la prima fase del processo di ingresso dell’Ucraina e della Moldavia all’interno dell’Unione Europea. L’intero iter è cominciato quando Ucraina e Moldavia avevano presentato domanda di adesione, rispettivamente il 28 febbraio e il 3 marzo 2022. La presentazione di tali domande è avvenuta in concomitanza con l’invasione della Russia. Proprio per questo, bisogna tenere presente che si tratta di una situazione in cui la richiesta di adesione deriva da un contesto estremamente politicizzato, volendo con ciò intendere che un’eventuale scelta di accogliere i due Paesi all’interno dell’Unione segnerebbe una spaccatura ulteriore tra la Federazione russa e l’UE.
Tuttavia, dopo circa quattro mesi dalla presentazione della richiesta, le principali istituzioni europee si sono espresse favorevolmente in relazione alla possibilità che Moldavia e Ucraina in futuro possano entrare all’interno dell’Unione, mentre in relazione alla Georgia, anch’essa richiedente dal 3 marzo 2022, la Commissione Europea ha ritenuto che vi siano ancora delle riforme da fare.
Ma cosa significa essere un Paese candidato ad entrare nell’Unione Europea?
La prima risposta che bisogna dare quando ci si pone questa domanda deve essere data in relazione all’art. 49 del TUE Trattato sull’Unione Europea. Per essere uno Stato membro dell’Unione è necessario essere uno Stato europeo, con ciò intendendo che si debba essere anzitutto uno Stato secondo la definizione prevista dal diritto internazionale, ed in secondo luogo essere “europeo”, sottintendendo che vi sia anche la necessità di essere collocati geograficamente in Europa.
Ulteriormente, è necessario rispettare i valori previsti dall’art. 2 del TUE, relativi al rispetto dei diritti dell’uomo e democratici. Più in generale, ciò che viene richiesto è il rispetto di determinati requisiti politici, quali la presenza di un equilibrio istituzionale che garantisca la democrazia, il principio di legalità, il rispetto dei diritti umani e la tutela delle minoranze. Oltre a ciò, si devono rispettare i criteri di Copenaghen del 1993 che obbligano gli Stati ad adottare un sistema economico di libera concorrenza.
Tuttavia, al fine di acquisire tale status, la seconda parte del primo paragrafo dell’art. 49 del TUE chiarisce la procedura da seguire: “lo Stato richiedente trasmette la sua domanda al Consiglio, che si pronuncia all’unanimità, previa consultazione della Commissione e previa approvazione del Parlamento europeo, che si pronuncia a maggioranza dei membri che lo compongono.”. Le tre principali istituzioni politiche dell’UE devono quindi esprimere parere favorevole. Moldavia e Ucraina, considerati i requisiti sopra elencati, sono stati considerati “pronti” alla successiva fase di negoziazione con l’Unione, in quanto sia la Commissione (17 giugno), sia il Parlamento (23 giugno), sia il Consiglio (23-24 giugno), si sono espressi favorevolmente.
Nonostante i tempi per Ucraina e Moldavia siano stati piuttosto brevi, spesso la procedura per ottenere lo status di candidato richiede tempistiche molto superiori. Considerati i grandi oneri che gravano sugli Stati europei, è probabile che la transizione di questi due Stati all’interno dell’Unione comporti sforzi enormi di armonizzazione sia sul piano legislativo che su quello economico, richiedendo tempistiche superiori nelle prossime fasi.
L’Ucraina, in particolare, trovandosi in guerra, impiegherà molti anni per costruire un’economia capace di competere con quella degli altri Stati europei. Vi è la possibilità, in ogni caso, che le influenze politiche derivanti dal sostegno in guerra dell’UE al Paese permettano di far passare in secondo piano considerazioni di tipo economico, che sarebbero state sicuramente centrali nel caso in cui l’Ucraina non fosse stata attaccata dalla Russia.
L’iter di adesione di Ucraina e Moldavia, nel caso in cui le negoziazioni abbiano successo, prevede la sottoscrizione di un Trattato di adesione, che dovrà essere firmato da tutti gli Stati membri. Solo una volta che tutti gli Stati membri avranno ratificato il trattato (secondo le singole previsioni costituzionali), tuttavia, si potrà concludere ufficialmente il processo di adesione di questi due nuovi Stati all’Unione Europea. Quanto tempo sia necessario affinché ciò avvenga, in ogni caso, non può essere previsto, anche se la situazione drammatica in cui si trova l’Ucraina può fungere da incentivo a procedere rapidamente.
* Mondo Internazionale Post.
Articolo in mediapartnership con il Giornale Diplomatico.