Gli ucraini non cedono: Shoigu accusa Usa e Gb, ‘li usano come manodopera’

di Guido Keller

Il conflitto in Ucraina sta registrando se non una vera e propria controffesiva contro l’esercito russo, quantomeno una resistenza efficace, grazie anche alle armi fornite dall’occidente. Che a Mosca ci sia nervosirmo per il protrarsi delle ostilità non è un mistero, ed oggi il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu, ha accusato, intervenendo alla Decima Conferenza russa sulla Sicurezza internazionale, Washingon e Londra di pianificare le operazioni sul campo degli ucraini. Shoigu ha sostenuto che non solo le pianificazioni avvengono grazie al lavoro dei servizi di intelligence, ma anche che i dati che vengono immessi nelle armi, cioè nei missili e nei droni, arrivano da oltremanica e da oltreoceano. Il ministro ha quindi osservato che il ruolo degli ucraini viene limitato “alla mano d’opera, sacrificabile, cosa che spiega le ingenti perdite tra le forze armate ucraine” le cui cifre “sono tenute nascoste da kiev”.
Effettivamente non si conosce il numero dei militari ucraini periti nella difesa del proprio territorio, ma dalla leadership ucraina viene tenuto puntualmente aggiornato quello dei russi uccisi, chel’agenzia di stampa ufficiale Ukrinform ha riportato essere 43.900. I russi avrebbero perso anche 233 caccia, 196 elicotteri e 790 droni abbattuti, 1.880 carri armati, 989 sistemi di artiglieria, 4.152 veicoli blindati per il trasporto delle truppe, 15 navi e 190 missili da crociera.
Il ministero della Difesa dlela Gran Bretagna ha inoltre reso noto oggi di rapporti d’intelliigence secondo cui le navi russe nel Mar Nero starebbero mantenendo una formazione da difesa, limitandosi ad azioni di pattugliamento. D’altronde lo scorso aprile era stato distrutto l’incrociatore Moskva, ed è probabile che i russi temano di perdere altre unità importati, per cui viene ad essere ridotta la possibilità di un attacco a Odessa via mare.
Ad essere bersaglio degli ucraini sono indubbiamente le forze russe in Crimea, penisola annessa da Mosca nel 2014: dopo la distruzione alcuni giorni fa di diversi aerei nella base aerea di Saki, ieri incursori ucraini appoggiati dalla resistenza locale hanno fatto saltare un deposito di munizioni nei pressi del villaggio di Dzhankoy, nella parte centro-settentrionale della penisola; non vi sarebbero state vittime, ma 2mila abitanti sono stati evacuati. Le autorità russe hanno parlato di “atto di sabotaggio”.
Fonti di Kiev hanno anche riportato che l’artiglieria ha colpito a Popasna, nel Donbass, il quartier generale della Compagnia Wagner, noto gruppo di mercenari considerato vicino al Cremlino e attivo in Siria, Mali, Repubblica Centrafricana e Libia.
Oggi sotto le bombe è finita nuovamente Kharkiv, ed i comandi russi hanno fatto sapere di aver ucciso un centinaio di mercenari perlopiù polacchi e tedeschi. Secondo Kiev sarebberoo rimasti feriti 5 civili.
E’ invece iniziato oggi a Donetsk il processo a cinque combattenti europei fatti prigionieri dai russi, tre britannici, uno svedese e un croato: rischiano la condanna a morte, com’è stata comminata in primo grado a giugno a un marocchino e ad altri due britannici.