Ucraina. La crisi della Crimea tra conflitti, diplomazia e scambi di prigionieri

di Alberto Galvi

Le controversie tra Russia e Ucraina sono iniziate con l’annessione della Crimea da parte della Russia nel 2014. Con il crollo dell’ex Unione Sovietica nel 1992, la NATO (North Atlantic Treaty Organization) e l’EU (European Union) hanno cercato di allargare le loro adesioni senza considerare gli interessi fondamentali della Russia, la quale ha annesso la Crimea sulla base del fatto che i residenti della penisola hanno votato per unirsi a Mosca.
La militarizzazione della Crimea da parte della Russia, con l’uso delle industrie militari ucraine sequestrate e l’arruolamento forzato dei residenti della Crimea nelle forze armate russe hanno portato l’UN (United Nations) a condannarle attraverso una risoluzione, che ha messo in luce le azioni della Russia in alcune parti del Mar Nero che circonda la Crimea e nel Mare di Azov e nello Stretto di Kerch.
L’UNGA (United Nations General Assembly) nel 2014 ha ribadito la sovranità dell’Ucraina sulla Crimea e ha adottato risoluzioni sulla militarizzazione e le violazioni dei diritti umani in Crimea. A differenza delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza, le risoluzioni dell’UNGA non sono giuridicamente vincolanti, sebbene riflettano l’opinione di quasi tutti i paesi.
Gli Stati Uniti sono stati uno dei più forti sostenitori di Kiev dall’annessione di Mosca della Crimea nel 2014 e dallo scoppio dei combattimenti nella regione orientale del Donbass in Ucraina che hanno ucciso oltre 13 mila persone. La Russia ha invece sostenuto i ribelli separatisti dell’Ucraina orientale in una guerra durata 5 anni.
Le tensioni tra Ucraina e Russia sono nuovamente aumentate circa 2 anni dopo l’annessione della Crimea da parte della Russia. L’UE e gli Stati Uniti avevano imposto sanzioni alla Russia dopo l’annessione della Crimea, e le avevano ripetutamente rafforzate mentre i combattimenti nell’Ucraina orientale erano aumentati, con sporadici scontri in alcune parti di Donetsk e Luhansk, dove i ribelli filo-russi hanno affrontato le forze militari ucraine. Nell’agosto del 2016 la Russia stava svolgendo anche grandi esercitazioni militari in Crimea.
Circa 2 anni dopo 3 navi ucraine nel novembre del 2018 sono state intercettate dalla Russia nello stretto di Kerch vicino alla Crimea. L’Ucraina lo ha definito un atto di aggressione russa, affermando che il Mar Nero è libero per la navigazione.
Nel 2019 l’elezione del presidente ucraino Zelenskiy ha portato al recente scambio di 70 prigionieri (35 per parte) e detenuti tra Ucraina e Russia, che sembra aver creato un’atmosfera più favorevole alla diplomazia, mentre la Russia restituisce all’Ucraina le 3 navi della marina che erano state sequestrate l’anno prima al largo della penisola di Crimea.
L’Ucraina ha accettato nell’ottobre 2019 la cosiddetta “formula di Steinmeier del 2015”, relativa alle elezioni nella parte orientale dell’Ucraina occupata. La formula di Steinmeier riguarda solamente un paragrafo degli accordi di Minsk firmati nel 2015, quello sul cosiddetto “status speciale”, un particolare sistema di autogoverno locale nei territori occupati. Queste condizioni che riguardano l’enclave a Donbass sono state imposte all’Ucraina da parte della Russia, in cambio di uno status speciale nelle regioni di Donetsk e Luhansk.
Intanto anche il contratto per la fornitura di gas fra l’Ucraina e la Russia firmato 10 anni fa è scaduto. Lo scorso 28 novembre a Vienna si sono tenuti i negoziati bilaterali tra l’Ucraina e la Russia sul tema del nuovo contratto per il transito del gas. Mosca fornirà l’Europa per almeno altri 5 anni tramite l’Ucraina e pagherà un accordo di 2,9 miliardi di dollari a Kiev per porre fine a una controversia legale.
Al vertice di Parigi del 9 dicembre scorso, 5 anni dopo che i separatisti sostenuti dal Cremlino hanno preso il potere nella regione ucraina di Donbass, i leader di Francia, Germania insieme al presidente ucraino Zelenskiy e al presidente russo Putin si sono incontrati per discutere una risoluzione per porre fine ai combattimenti nell’Ucraina orientale. Il vertice di Parigi chiamato anche il summit dei 4 di Normandia è stato il primo nel suo genere degli ultimi 3 anni.
In questo vertice si è concordato uno scambio dei prigionieri nel territorio occupato del Donbass. Il conflitto ha provocato anche lo sfollamento di oltre 1,5 milioni di persone, il che complica i piani per lo svolgimento di elezioni nelle aree detenute dai ribelli.
Inoltre ci sarà il disimpegno delle truppe russe in 3 altre aree non specificate situate vicino a Stanytsia, Luhanska e Petrivske entro il 31 di marzo del 2020, l’ampliamento del mandato della commissione speciale di monitoraggio dell’OECD (Economic Co-operation and Development) e il cessate il fuoco completo entro la fine del prossimo anno.
Un importante successo diplomatico è stato ottenuto a Parigi tra le controparti, mediante una posizione più flessibile verso gli accordi di Minsk firmati nel 2015, riferendosi all’accordo di cessate il fuoco firmato nella capitale della Bielorussia. Tra 4 mesi si terranno ulteriori colloqui per fare il punto della situazione sull’accordo raggiunto.
Le 2 parti in causa continuano invece a non essere d’accordo su questioni come il ritiro delle truppe sostenute dalla Russia e le elezioni nelle zone dell’Ucraina tenute dai ribelli separatisti. Queste dovranno essere svolte senza il controllo al confine prima che venga restituito all’Ucraina. Zelenskiy vuole infatti che i candidati ucraini corrano alle elezioni di Donbass.
Lo stesso giorno del summit dei 4 di Normandia, l’UNGA ha sollecitato il ritiro delle forze militari di occupazione russa, dalla città di Sebastopoli in Crimea. Il voto nell’Assemblea di 193 membri è stato di 63 a 19 a favore della misura, con 66 nazioni astenute e 45 non votanti.
Nei giorni scorsi il presidente russo Vladimir Putin ha preso parte a una cerimonia che ha aperto ufficialmente un controverso ponte che collega ora la Russia alla penisola di Crimea. Il ponte da 4,5 miliardi di dollari è il più lungo in Europa ed è visto da molti a Kiev come un simbolo del controllo di Mosca sulla Crimea.
Gli Stati Uniti e l’Unione Europea hanno condannato la costruzione del ponte da parte della Russia, definendolo una violazione della sovranità Ucraina e hanno imposto sanzioni alle società coinvolte nella sua costruzione. Trump ha intanto firmato un disegno di legge che prevede di fornire 300 milioni di dollari di aiuti militari all’Ucraina nel 2020.
I colloqui di pace di Parigi hanno portato ad un impegno tra le parti in causa e a proseguire il dialogo nella primavera del 2020, mettendo in evidenza i progressi compiuti in tutta l’Ucraina verso una maggiore integrazione europea, nonostante gli sforzi dei russi a far deragliare il processo di pace, riaffermando la propria posizione dominante. Le regioni ucraine attualmente occupate dalla Russia rappresentano il 7% del paese.
In queste ore le forze ucraine e i ribelli separatisti appoggiati dalla Russia nell’Ucraina orientale hanno scambiato i prigionieri. Secondo l’accordo raggiunto a Parigi è di 87 il numero dei prigionieri rilasciati delle forze separatiste e di 55 il numero dei prigionieri rilasciati delle forze ucraine.