di Erico Oliari –
Diversamente da come raccontano i media di massa, spesso al soldo dei governi, le cose in Ucraina non vanno bene. La sortita di Volodymyr Zelensky che nel Kursk ha impegnato le migliori élite di combattimento e le migliori armi fornite dagli occidentali, si sta rivelando un boomerang, con i russi che stanno spingendo nel Donbass e che ormai sono a Pokrovsk, la cui presa potrebbe far crollare l’intero fronte meridionale.
Le cose tuttavia non vanno bene neppure nel campo politico, con un paese sempre più indebitato e in zona default, dove il malcontento nei confronti della leadership Zelensky cresce di giorno in giorno, e al presidente ucraino non è bastato sopprimere gli 11 partiti di opposizione e chiudere i giornali non compiacenti per conservare il sostegno popolare.
Nei giorni scorsi Zelensky, indossando come nei consessi internazionali la sua immancabile maglietta militare (neanche fosse lui al fronte), ha silurato il comandante dell’aeronautica militare Mykola Oleshchuk a seguito dell’abbattimento di uno degli F-16 forniti dagli Usa, mentre oggi è passato a mettere mano al governo licenziando persino il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba.
Ufficialmente Kuleba, in carica da due anni e mezzo, ha presentato le proprie dimissioni e, come ha spiegato il presidente della Verchovna Rada, Ruslan Stefanchuk, “Il Parlamento prenderà in considerazione le sue dimissioni durante una delle prossime riunioni” dove, neanche a dirlo, l’opposizione non esiste in quanto messa fuori legge da Zelensky.
Le “dimissioni volontarie” di Kuleba sono state precedute per poche ore da quelle, sempre “volontarie” del vice primo ministro per l’Integrazione europea Olga Stefanishyna, del ministro della Giustizia Denys Malyuska, del vice primo ministro e ministro per il Reinserimento dei territori temporaneamente occupati Iryna Vereshchuk e del ministro delle Industrie strategiche Oleksandr Kamyshin.
Si tratta di ministeri e ruoli di primaria responsabilità in un paese in guerra, per cui sarebbe affrettato concludere che i topi abbandonano la nave che sta affondando. Più probabilmente quello in atto è l’accanimento terapeutico di Zelensky a un’Ucraina agonizzante, cioè tenere in vita il corpo perlomeno fino alle presidenziali Usa.
Il commento adatto è arrivato dalla portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, la quale ha affermato, ripresa dalla Tass, che “È autunno, cadono le foglie e i rami si mostrano nudi”.