di Guido Keller –
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato oggi l’impossibilità di riconoscere come russi i territori persi nell’est in quanto ciò andrebbe contro la Costituzione del paese, ed ha ribadito in occasione della visita a sorpresa del cancelliere tedesco Olaf Scholz la richiesta dell’adesione immediata alla Nato quale “condicio sine qua non” per arrivare al tavolo negoziale con la Russia. Tutto come se mille giorni di guerra non fossero esistiti quindi, ma il piano dell’entourage del presidente Usa eletto Donald Trump parrebbe all’insegna del pragmatismo, nonostante il presidente russo Vladimir Putin verrebbe ad essere il vincitore della partita agli occhi dell’opinione pubblica mondiale.
Trump obbligherebbe Zelensky ad accettare l’accordo minacciando di tagliare gli aiuti militari, e uno dei punti prevede che l’Ucraina possa non riconoscere la sovranità russa sui territori conquistati astenendosi però dall’usare la forza per riaverli. L’adesione alla Nato verrebbe rinviata di 10 anni, mentre gli Usa ristabilirebbero relazioni diplomatiche fisiologiche con la Russia per fermare la “demonizzazione” di Putin. al cessate-il-fuoco scaturirebbero anche la graduale scomparsa delle sanzioni contro la Russia e la fine all’isolamento imposto dall’occidente, ed ovviamente l’assistenza all’Ucraina per la sicurezza, “continua e in base ad accordi bilaterali”.