Ue. Eccezione per Greta, interviene al Parlamento europeo

di C. Alessandro Mauceri

Greta Thunberg è di nuovo sulle prime pagine dei giornali. La piccola primadonna ambientalista ha parlato ieri al Parlamento europeo e alla Commissione europea. Un evento eccezionale. Degno di nota. A dire il vero, dopo la debacle della COP25 i cui risultati sono stati stati, se possibile, più deludenti delle ultime edizioni, la sua audience era un po’ calata.
A correre in suo aiuto è stata l’Ue: per ascoltare le sue parole sono state addirittura riaperte le porte del Parlamento europeo. Lo stesso che per contrastare la diffusione del corona virus aveva annullato circa 130 eventi a cui avrebbero dovuti prendere parte dai 6 ai 7mila partecipanti, tanto che il presidente David Sassoli aveva detto “Valutiamo quotidianamente la diffusione del Coronavirus, in stretta collaborazione con i servizi sanitari europei e le autorità nazionali. A seguito di questa valutazione, abbiamo deciso di aggiornare la nostra serie di misure precauzionali”.
Una decisione che ha scatenato non poche polemiche. Nuno Melo, deputato portoghese, ha condannato la decisione: in una lettera inviata a David Sassoli ha chiesto formalmente delucidazioni sul perché Greta dovesse essere considerata un’eccezione. Lo stesso ha fatto l’eurodeputata belga Hilde Vautmans, per la quale “Tutti dovrebbero essere trattati allo stesso modo.
Se il Parlamento europeo concede un’eccezione a Greta Thunberg, quest’istituzione non sarà presa sul serio”. É “assurdo che passi il messaggio che Greta sia al di sopra delle misure cautelative. Chiedo pertanto al presidente e agli organi predisposti di riconsiderare questa posizione insensata, assicurando un’uniformità di trattamento per la salute di tutti i cittadini europei, nessuno escluso!”, ha dichiarato l’eurodeputata  Simona Baldessarre. Annullare eventi importanti per timore di contagio (come la visita di una ventina sindaci della Valtellina) e poi riunirsi per ascoltare la piccola ambientalista è stata dichiarata una scelta “incomprensibile” anche per l’eurodeputato Fulvio Martusciello.
Ma l’invito a parlare ha destato anche altri dubbi. Come mai a discutere di temi sull’ambiente non sono stati chiamati degli esperti “veri”? In Europa sono migliaia i ricercatori con alle spalle anni e anni di studi, ricerche, pubblicazioni, approfondimenti e analisi sull’impatto sull’ambiente delle scelte fatte dai governi centrali e dall’Ue. Solo poche settimane fa ad esempio un altro svedese Mans Nilsson, direttore esecutivo dello Stockholm Environment Institute (SEI), ha presentato all’UNEP http://productiongap.org una ricerca sul consumo di combustibili fossili: “Siamo in un buco profondo e dobbiamo smettere di scavare”, ha affermato spiegando di aver collaborato allo studio. “Nonostante più di due decenni di politiche sul clima, i livelli di produzione di combustibili fossili sono più alti che mai”. Ma non basta: secondo i ricercatori autori dello studio la tendenza è continuare a produrre il 150 per cento in più di carbone nel 2030 di quanto sarebbe necessario per limitare l’aumento delle temperature globali a 2°C e addirittura il 280 per cento in più rispetto all’obiettivo 1,5 °C. Situazione analoga con petrolio e gas, entrambi impostanti verso un nuovo boom. Eppure nessuno lo ha invitato a esporre i risultati del suo studio. Nè a Strasburgo né a Bruxelles.
Assenti anche le associazioni ambientaliste: molte di quelle internazionali hanno alle spalle anni se non decenni (si pensi a GreenPeace o al WWF, dal WRI a Green Cross International, dal Worldwatch Institute a Earthwatch, giusto per citarne alcune) di esperienza in questo settore.
Si è preferito ascoltare una bambina che non ha nessuna preparazione in materia e che legge i discorsi che qualcuno ha scritto per lei.
Qual’è il vero motivo della presenza della Thunberg al Parlamento europeo e poi alla Commissione? Per capirlo non è necessario fare grandi sforzi: è la presentazione da parte della Commissione europea di una proposta di legge al Parlamento europeo, la Climate Law. Il primo vero atto del nuovo Green Deal di cui ha parlato la nuova presidente della Commissione europea sin dal suo insediamento a Bruxelles. Un documento che non parla più di ridurre le emissioni ma promette addirittura di abbatterle del tutto. Rimandando però la scadenza addirittura al 2050. E proprio questo potrebbe essere uno dei punti critici del problema, tanto che avrebbe già fatto storcere il naso ad alcuni paesi, primo fra tutti la Polonia).
Meglio allora distogliere l’attenzione dei media dai dati più squisitamente “tecnici”, dal fatto che in realtà si sta procrastinando di un ventennio la riduzione delle emissioni e concentrare l’attenzione dei media sulla piccola ambientalista svedese. E farlo in tutti i modi possibili: Greta è stata accolta con un enorme striscione su cui era scritto “Välkommen Greta Thunberg” (“Benvenuta Greta Thunberg”). Nessuno forse si aspettava un commento così duro, “Quando l’Ue presenta questa legge climatica con una neutralità al 2050, di fatto sta dichiarando la resa. Vi arrendete dinanzi agli accordi di Parigi, vi arrendete dinanzi alle vostre promesse e di fare tutto quello che è possibile per garantire un futuro sicuro per i vostri figli”, ha detto la Thunberg, aggiungendo che “Questo testo si basa su un bilancio della CO2 insufficiente che di fatto ci dà ben meno del 50% della possibilità di ridurre l’innalzamento delle temperature a meno di 1,5 C°”. Ciononostante, al termine del proprio discorso, la piccola svedese ha ricevuto un lungo applauso dai deputati presenti. Ad applaudirla gli stessi che, tra qualche giorno, dovranno votare e approvare la proposta della Commissione.
Non è chiaro quanti dei membri della Commissione o quanti europarlamentari presenti abbiano compreso le parole della Thunberg. O quanti abbiano capito la sua metafora dell’incendio della casa mentre gli abitanti continuano a guardare la televisione.
Ma poco importa. Il discorso della Thunberg non aveva alcun valore scientifico. E nemmeno politico: era solo “marketing” per fare vedere ai cittadini europei che si sta facendo qualcosa per l’ambiente distogliendo l’attenzione di tutti dai reali contenuti del primo atto del nuovo Green Deal della Commissione europea.