Ue: l’Italia blocca 250mila dosi di vaccino destinate all’Australia

Il ministro Greg Hunt, ‘abbiamo chiesto alla Commissione di rivedere la decisione’.

di Enrico Oliari

Tra Italia e Australia scoppia il caso vaccini, dopo che ieri sera la Farnesina ha reso noto di non accogliere la richiesta di autorizzare la Commissione a spedire oltre 250mila dosi del farmaco di AstraZeneca nel paese oceanico.
Il ministero degli Affari esteri ha infatti ricevuto lo scorso 24 febbraio una richiesta di autorizzazione alla Commissione per l’esportazione di vaccini anti Covid-19 da parte di AstraZeneca in Australia, ma dalla Farnesina è stato reso noto che, dopo aver consultato le amministrazioni competenti, è stato stabilito di non concedere il via libera.
In passato l’Italia si è sempre resa disponibile all’esportazioni di quantitativi minori di vaccini destinati ad attività di ricerca scientifica, nonostante le aziende farmaceutiche continuassero in un walzer di tagli delle forniture e promesse di recupero dei quantitativi previsti dai contratti, ma la richiesta arrivata da Canberra è stata decisamente superiore alle altre, ben 250.700 dosi
Dalla Farnesina è stato riportato che alla base della decisione vi è il fatto che il Paese destinatario della fornitura viene considerato “non vulnerabile” ai sensi del Regolamento approvato il 30 gennaio in sede europea; che permane la penuria di vaccini nell’Ue e in Italia, come pure continuano ad esserci ritardi nelle forniture dei vaccini da parte di AstraZeneca; che è decisamente elevato numero di dosi di vaccino richiesto.
L’Italia ha quindi notificato martedì al Bruxelles il suo diniego, ed oggi l’Australia è intervenuta presso la Commissione europea per chiedere di riesaminare la decisione espressa dalla Farnesina. E’ stato il ministro della Salute australiano Greg Hunt a farsi avanti, ed ai giornalisti ha spiegato che “L’Australia ha sollevato la questione con la Commissione europea attraverso più canali, e in particolare abbiamo chiesto alla Commissione europea di rivedere questa decisione”, per quanto il quantitativo di dosi non incida in modo determinante sul piano vaccinale del paese.
La palla è tornata quindi nelle mani della Commissione europea, chiamata a districare la vicenda e, se è il caso, a chiedere all’Italia un cambio di posizione.