di C. Alessandro Mauceri –
Nei giorni scorsi, rispondendo ad un’interrogazione del Parlamento europeo, l’Alto rappresentante per la Politica estera e di sicurezza dell’Ue (Pesc) Josep Borrell ha detto che “l’assistenza complessiva dell’Ue all’Ucraina e al suo popolo da parte dell’Ue e degli Stati membri ammonta finora a oltre 118 miliardi di euro”. Di questi “circa 43,5 miliardi di euro di sostegno militare, di cui 6,1 miliardi di euro attraverso lo strumento europeo per la pace”.
Quello che Borrell non ha detto è che l’importo totale degli impegni approvato da Consiglio e Parlamento europeo, in altre parole il bilancio dell’Ue per il 2023 si aggira intorno a 186,6 miliardi di euro, a fronte però di un totale dei pagamenti di 168,6 miliardi di euro.
Un bilancio sul quale gravano tagli pesanti come quelli riguardanti i migranti o la sanità o gli impegni per il clima. Alla COP29 in corso in questi giorni a Baku si sta cercando di ridefinire gli impegni presi dai paesi Ue che erano stati fissati in 100 miliardi di dollari all’anno fino al 2025. Ma se nel 2022 la spesa Ue per il clima è stata meno della metà, 40 miliardi di dollari, nel 2023 è stata ancora meno: 28,6 miliardi di euro di finanziamenti per il clima, dei quali 3,2 miliardi proverrebbero dal Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile Plus e 2,6 miliardi dalla Banca europea per gli investimenti.
Dei 27 capi di Stato o di governo dell’Ue solo Viktor Orban ha avuto qualcosa da dire sugli aiuti all’Ucraina: “se l’America diventa favorevole alla pace, allora l’Europa non potrà rimanere favorevole alla guerra”, ha dichiarato il capo di governo Ungherese. Degli altri nessuno ha avuto niente da dire quando si è trattato di spendere 50 miliardi di dollari in armi e armamenti per l’Ucraina. Soldi che peraltro non sono serviti a molto, a parte rimpinguare le casse dell’industria bellica: i risultati sul campo di battaglia dell’Ucraina sono stati a dir poco deludenti e negli ultimi mesi la Russia ha conquistato ampi spazi nel Donbass e lungo tutta la linea del fronte.
Chissà cosa penserebbero gli elettori europei se sapessero che una somma pari a quasi due terzi del bilancio 2023 dell’Ue sono stati utilizzati per aiutare un paese che non è membro né dell’Unione né della Nato, e non per aiutare le principali economie europee molte delle quali ormai al collasso: in Germania la chiusura di grosse fabbriche non fa più notizia. Situazione simile in Francia.
Nella sua premessa Borrell ha ribadito che “l’Ucraina sta esercitando il suo diritto intrinseco all’autodifesa ai sensi della Carta delle Nazioni Unite”. Borrell sembra non sapere che da mesi è stato lanciato un attacco su territorio russo da parte delle forze ucraine. E molto probabilmente è stato fatto utilizzando anche armi e armamenti comprate con i soldi dei contribuenti dell’Ue.