Ue. Strumento per gli appalti internazionali per proteggere le imprese

di Valentina Parasecolo *

Gli eurodeputati hanno dato il via libera definitivo al nuovo strumento sugli appalti internazionali per incoraggiare l’apertura dei mercati globali degli appalti.

Lo strumento per gli appalti internazionali (IPI – International Procurement Instrument) introduce delle misure per limitare l’accesso agli appalti pubblici UE alle aziende non europee i cui governi non consentono alle imprese europee di partecipare alle loro gare d’appalto pubbliche. Promuovendo la reciprocità, l’IPI mira ad aprire questi mercati protetti e a porre fine alla discriminazione contro le imprese dell’UE nei paesi terzi.
Tale strumento di offensiva commerciale consentirà alla Commissione di stabilire se e in quale misura le imprese di un paese terzo debbano essere soggette a una misura IPI, a seconda dell’entità delle barriere commerciali.
Il testo legislativo è stato approvato in via definitiva con 554 voti a favore, 7 contrari e 14 astensioni.

Più contratti nell’ambito di applicazione.
In generale, le misure IPI si applicheranno alle gare d’appalto del valore minimo di 15 milioni di euro per opere e concessioni, ad esempio la costruzione di strade o ponti, e di 5 milioni di euro per beni e servizi, come l’acquisto di computer.
Il Parlamento ha ampliato l’ambito di applicazione dello strumento riducendo il numero di eccezioni in base alle quali un’autorità che cerca offerenti nei Paesi UE (ad esempio municipi, istituzioni pubbliche o governi) può scegliere di non applicare le misure IPI. Gli eurodeputati hanno assicurato che le grandi amministrazioni aggiudicatrici, come i municipi delle grandi città o i governi centrali, saranno vincolate alle nuove norme.
Inoltre, sempre grazie al Parlamento, le amministrazioni aggiudicatrici saranno obbligate a prendere in considerazione i requisiti sociali, ambientali e lavorativi nella valutazione delle offerte.

Misure più severe per l’IPI quando si rilevano delle barriere.
Il Parlamento ha disposto che qualora la Commissione constatasse l’esistenza di barriere nel mercato degli appalti pubblici di un paese terzo da cui proviene un’offerta, le misure IPI possono assumere la forma di una penalità applicabile sul prezzo o riduzione del punteggio per l’offerta in questione, secondo determinati criteri.
Gli eurodeputati hanno ottenuto che gli offerenti provenienti da paesi meno sviluppati siano esentati dalle misure IPI.

“Con il voto finale di oggi, il Parlamento europeo garantisce che lo strumento per gli appalti internazionali diventi uno strumento efficace che migliora la reciprocità nei mercati degli appalti. L’IPI apre le porte alle nostre imprese europee nei Paesi terzi, poiché elimina gli ostacoli ingiusti e promuove una concorrenza leale. I giorni dell’ineguaglianza sono finalmente giunti al termine”, ha dichiarato Daniel Caspary (PPE, DE), relatore della proposta legislativa IPI, presentata nel 2012.

La proposta di Regolamento sarà ora trasmessa al Consiglio per l’adozione formale. Il regolamento entrerà in vigore il 60mo giorno successivo alla sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale UE.

L’UE ha aperto i suoi mercati degli appalti pubblici in misura significativa ai concorrenti dei paesi terzi e ha sostenuto la fine delle misure protezionistiche sui mercati internazionali degli appalti pubblici.

Il Parlamento europeo ha lavorato sul dossier fin dalla proposta originale della Commissione nel 2012, poi modificata nel 2016. I governi UE hanno raggiunto un accordo sulla propria posizione negoziale solo nel giugno 2021. Le due istituzioni hanno concordato informalmente la forma finale del regolamento nel marzo 2022, mentre la commissione parlamentare per il commercio internazionale (INTA) ha sostenuto tale accordo in aprile all’unanimità.

* Coordinatrice Ufficio stampa – Parlamento europeo in Italia.