Uganda. Il Parlamento ha approvato una delle leggi contro l’omosessualità più severe al mondo

di Alberto Galvi

il Parlamento ugandese ha approvato una delle leggi contro l’omosessualità più severe al mondo, che condanna all’ergastolo chiunque sia ritenuto colpevole di relazionitra persone dello stesso sesso. Con questa legge le cose in Uganda sono peggiorate: c’è sempre stata ostilità nei confronti delle minoranze sessuali in questa parte dell’Africa orientale profondamente conservatrice.
Ora la legge dovrà essere firmata dal presidente Yoweri Museveni, ma è aumentata la pressione straniera sul presidente affinché la respinga. Indipendentemente dal fatto che il presidente avvalli o meno la legge, per la comunità LGBTQ ugandese sono già stati fatti molti danni.
Intanto 110 persone hanno denunciato incidenti tra cui arresti, violenze sessuali, sgomberi e svestizione pubblica al SMUG (Sexual Minorities Uganda) nel solo mese di febbraio. Le persone transgender sono state colpite in modo sproporzionato. Le operazioni di SMUG sono state sospese ad agosto perché non si erano registrate. SMUG ha affermato di aver fatto diversi tentativi per registrare l’organizzazione. L’Uganda ha anche rifiutato di rinnovare il mandato dell’OHCHR (UN Human Rights Office), che scadrà alla fine di questo mese.
La nuova di legge impone la pena di morte nei casi in cui si hanno rapporti sessuali con minori di 14 anni o superiori di 75 anni, e per i recidivi. Sembra che anche attivisti e giornalisti siano presi di mira. Queste persone potrebbero passare 20 anni in prigione se ritenute colpevoli di “promozione” dell’omosessualità. L’ansia sta già crescendo all’interno della comunità LGBTQ ugandese. Amici, familiari e vicini sono tenuti per legge a denunciare alla polizia chiunque sospettino sia gay, pena la detenzione fino a sei mesi, mentre ai è vietato affittare a persone LGBTQ.
La legge è stata approvata a stragrande maggioranza, con due NO e 389 SI. Questo probabilmente porterà ad un aumento del numero di aggressioni in un paese dove l’omofobia è radicata. La transizione in Uganda è difficile con pochi operatori sanitari disposti a offrire la terapia ormonale, e le persone che desiderano sottoporsi a un intervento chirurgico di riassegnazione del sesso devono viaggiare fuori dal paese, rendendolo fuori dalla portata della maggioranza. Le persone trans possono cambiare legalmente i loro nomi e documenti d’identità, ma la procedura per farlo non è specificata e lascia molto alla discrezione dell’autorità nazionale di identificazione e registrazione.
Il codice penale dell’Uganda criminalizza le relazioni omosessuali e la sodomia. Un primo disegno di legge contro l’omosessualità era stato introdotto nel 2009 a seguito delle significative pressioni da parte degli evangelici americani; è stato convertito in legge cinque anni dopo. I tentativi di introdurre una legge anti-gay simile nel 2013 sono stati respinti, ma non senza abusi, estorsioni, sgomberi e molestie da parte della polizia.