Una nuova zuppa austro-ungarica?

di Francesco Alfiero –

Prima di quest´ultimo Natale, trascorsi alcuni giorni in Austria. Erano proprio i giorni della caduta del governo Monti e così, mentre sedevo a tavola con degli amici austriaci, non potei sottrarmi alla classica domanda: “E adesso? Pensi che vincerà  ancora Berlusconi? Sai che oramai anche noi abbiamo il nostro Berlusconi?”.
Al che, con una certa dose di autoironia dichiarai che, pur conscio della consueta imprevedibilità  di noi italiani, questa volta non avrei scommesso su una vittoria elettorale del Cavaliere.
Va da sé che alla risposta agganciai immediatamente la mia contro-domanda circa l´identità  della persona a cui stessero facendo riferimento loro.
Pur facendo i dovuti distinguo tra i due in materia di tratti somatici, senso dell´umorismo, fascicoli giudiziari, passatempi e molto altro ancora, dopo essermi documentato sull´imprenditore austro-canadese Frank Stronach, divenuto magnate grazie alla sua creatura Magna International Inc. con più  di 90.000 dipendenti ed oltre 20 miliardi di dollari di fatturato, devo ammettere che anch´io lo avrei comunque associato di primo acchito a Silvio Berlusconi.
Semmai il mio articolo dovesse capitare tra le mani del Cavaliere, immagino che egli si sentirà  onorato per essere stato paragonato ad un imprenditore di tal calibro, come spero che il Berlusconi che parla tedesco (quel tedesco con accento canadese che sa conquistare molti austriaci) si sentirà  altrettanto gratificato dal paragone.
Il pimpante ottantenne, di soli quattr´anni più  vecchio dell´ex premier italiano, dopo il colpaccio in Canada, torna in Austria per fondare la holding Magna Europe, ormai sverginata, e dunque pronta per essere concessa da Papi Frank pure a prestanti cavalli da galoppo-scommesse. La Magna ci prendeva sempre più  gusto, al punto che papà Frank la fece esporre anche nei campi da calcio: era quasi lo stile Amsterdam modain vetrina.
E dai con gli sponsor, a Frankye cadde in testa l´uovo di Colombo; l´impatto accese la lampadina del fumetto, ed ecco che Mister F preparò il suo nuovo intruglio per i poveri calciatori sfibrati: il Frank´s Energy Drink! Tuttavia, egli preferì cominciare a proporre la pozione direttamente dalle sue piste equestri.
Nel giugno 2010, per poter manipolare ancor più  settori senza cadere in palese conflitto d´interessi, Stronach affermò in Magna di voler pesare nel CdA non più  del 66% iniziale, bensì solo per una quota del 7,4%. Tuttavia, il direttivo sancì l´uscita di Stronach dal gruppo facendogli incassare una buona uscita di stima colossale (ben 983 milioni di dollari), a tutt´oggi oggetto di contenzioso. Stronach si dimise dalla presidenza di Magna International cedendo il testimone alla figlia Belinda.
Mai però Stronach scendeva dal carrozzone dorato, e si dedicava con passione a sempre nuove buone opere (casinò, slot machines …).
Il cantone di Zug, Svizzera, ospita un altro suo domicilio, è la SAS Stronach & Co.
Nel 2003 il nativo stiriano con lo slancio del Terminator, in cooperazione con Magna e con il patrocinio dell´università di Graz che lo nominerà  professore onorario, istituisce il Frank Stronach Institute.
Fin dai tempi della holding in Europa, l´imprenditore austro-canadese aveva cercato, in un modo o nell´altro, di salire anche in politica, magari in un partito con al centro la libertà di far ognuno la propria impresa. All´inizio ci provò con il partito liberale canadese ma uscendone sconfitto, diversamente dalla figlia Belinda che divenne deputato nelle fila dei conservatori canadesi. Una volta raggiunto l´obiettivo, ella passò ai liberali lasciando i conservatori, visto che la poltrona era conservabile. Dopo aver fatto per due volte il ministro, l´onorevole Belinda Stronach rientrò nel Direttivo della Magna.
Intanto il padre, da Oltreoceano, poco per volta aveva iniziato a comprarsi l´Austria, offrendo posizioni di prestigio in Magna e Merkur Entertainment Ag ad importanti personalità  politiche da tutti gli schieramenti, di destra come di sinistra.
Nel novembre 2011, Stronach fondò un´associazione il cui statuto si esplica delle linee programmatiche per una grande riforma della Repubblica austriaca cominciando dall´abbattimento del debito attraverso un sistema d´imposizione fiscale ad aliquota fissa e attraverso una guerra alla burocrazia. Stronach ritiene inadeguato il tradizionale sistema politico partitico, poiché l´attuazione di simili riforme può, a suo avviso, materializzarsi solo esternamente ai partiti, ai quali non spetterebbe alcuna facoltà decisionale in questi casi. Profondamente ribelle ed antisistemico, Stronach arriva a mettere in discussione la stessa Unione Europea, il cui modello è secondo lui tanto centripeto quanto lesivo del rispetto e della libertà delle singole sovranità nazionali anche in ambito economico, per il cui futuro auspica l´uscita dall´euro, mentre nel frattempo di euro lui ne investe a palate per far istituire, tra le altre cose, fondazioni universitarie che portano il suo nome.
Nel 2012 la società  austriaca è oramai pronta a vederlo scendere in campo in prima persona: i tempi sono maturi per un suo contributo diretto, umano e salvifico al timone della nazione.
È  così che il suo nuovo soggetto politico Team Stronach für Österreich vede ufficialmente la luce il 25 settembre 2012.
Recenti esperienze nel cuore d´Europa dimostrano che le stesse illusioni di modernità e pluralismo rappresentano agevoli vie d´accesso per chi intende innescare svolte autoritarie e populistiche nelle società d´oggi: la conduzione aziendale di un partito, l´appello alla pancia dell´elettore anziché alla sua testa ne sono i tratti distintivi e che non sfuggono all´osservatore un pochino più  avveduto.
Il personaggio in questione si è  già  auto-classificato dinanzi all´audience tedesco, prima serata e prima rete televisiva pubblica di Germania, la quale arriva anche in casa di ciascun austriaco.
Anche qui, nel mirino dell´uomo il cui nome di battesimo era Franz Strohsack (letteralmente “sacco di paglia”) finisce non solo Angela Merkel (la Cancelliera o è  stupida del tutto, oppure fa il gioco delle banche; ha infangato l´immagine dei tedeschi), ma anche l´intero popolo tedesco, il quale vivrebbe prospero solo grazie al debito.
Nelle vesti di Stronach si ripropone l´offensiva mediatica, non tanto televisiva quanto astutamente tramata in rete.
The Sound of Frank è un rap ormai populistico nella piccol´Austria, un pezzo che potrebbe tuttavia presto uscire dalle cuffie dell´MP3 del giovane scalatore di monti per potersi propagare anche fra i passeggeri internazionali dei treni ÖBB, dove potrebbe sedere qualche studente dell´università di Vienna che per pagarsi gli studi, invece di acquistare un´auto usata, sarà  costretto a viaggiare in seconda classe, già nel nuovo anno accademico, anzi, da settembre prossimo.