Ungheria vs Ue: firmati accordi con la Russia su nucleare e gas

Bruxelles fa ricorso contro la legge anti Lgbtq+ di Orban.

di Mariarita Cupersito

L’Ungheria ha siglato un accordo con la Russia in merito alla modifica del contratto per l’espansione della centrale nucleare situata nella città ungherese di Paks: ad annunciarlo è il ministro degli Esteri Peter Szijjártó, che ha raggiunto a Mosca il vicepremier russo Alexander Novak, responsabile per gli Affari energetici, e l’ad di Rosatom, Alexey Likhachev.
“La sicurezza dell’approvvigionamento energetico dell’Ungheria richiede un trasporto ininterrotto di gas, petrolio e combustibile nucleare. Per soddisfare queste tre condizioni, la cooperazione energetica ungherese-russa deve essere ininterrotta”, ha dichiarato Szijjártó.
Una volta che le modifiche al contratto saranno in essere, ha aggiunto il ministro, verranno sottoposte alla Commissione europea per l’approvazione. “Speriamo che la Commissione non voglia mettere a repentaglio la sicurezza a lungo termine delle forniture energetiche dell’Ungheria”, ha commentato Szijjártó, rimarcando l’importanza dell’espansione di Paks per mantenere accessibili i prezzi dell’elettricità e assicurare alla nazione un approvvigionamento energetico sostenibile. Il ministro ha inoltre aggiunto di aver concordato la possibilità di acquistare più gas rispetto ai volumi previsti dal contratto a lungo termine che lega Budapest e Mosca dal 2021.
Con la guerra tra Russia e Ucraina in pieno svolgimento (il ministro della Difesa ucraino Oleksiy Reznikov ha dichiarato durante un briefing che l’Ucraina sta preparando un nuovo attacco alla flotta russa nel Mar Nero) e l’occidente impegnato a cercare di isolare economicamente Mosca, l’Ungheria di Viktor Orbán sceglie di attestarsi su posizioni filorusse e rafforzare la cooperazione energetica con il Cremlino.
Intanto la Commissione Ue, supportata dal Parlamento europeo e 15 Stati membri, ha presentato ricorso contro la legge anti Lgbtq+ in vigore in Ungheria dal giugno 2021. Tra i paesi che hanno aderito al ricorso sono presenti la Francia e la Germania, ma non l’Italia.
“La Francia, in coordinamento con la Germania, ha deciso di sostenere la Commissione europea nel suo ricorso contro la legge anti Lgbt in vigore in Ungheria”, ha dichiarato l’Eliseo in occasione dell’adesione al ricorso poco prima della scadenza termine ultimo per farlo. Le altre nazioni sono Belgio, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna, Austria, Finlandia, Svezia, Slovenia, Irlanda, Malta, Grecia e Danimarca.
L’Ungheria ha adottato nel 2021 una legge che vieta la “promozione dell’omosessualità” ai minori, sui media e nelle scuole; tale legge è oggi ritenuta responsabile dell’aumento dei reati d’odio contro le persone omosessuali in Ungheria ed è stata definita “una vergogna” da Ursula von der Leyen. Un mese dopo l’entrata in vigore, la Commissione europea ha lanciato una procedura d’infrazione sulla base del divieto di discriminazione di cui ai trattati europei e all’esito di un infruttuoso negoziato ha optato per il ricorso, il quale rappresenta la più grande procedura sulla violazione dei diritti umani mai portata davanti alla Corte di giustizia dell’Ue.
“Per noi la questione della protezione dell’infanzia non conosce compromessi, proteggeremo i nostri bambini”, ha replicato nei giorni scorsi Szijjártó. “Non si tratta di una semplice decisione del governo, né di una decisione parlamentare, ma è la volontà del popolo, espressa in un referendum e non conosciamo una decisione di livello superiore in una democrazia. Perciò, ovviamente, ci schiereremo a favore della protezione dell’infanzia e dei bambini ungheresi, indipendentemente dal numero di Paesi che decideranno di unirsi alla causa in corso contro di noi”.