Usa. Contro-dazi della Cina: affonda Wall Street

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La decisione di Donald Trump di mettere dazi dal 10 al 25% su altri 200 miliardi di dollari di beni importati dalla Cina, ha avuto l’effetto dell’introduzione dalla controparte di dazi per ulteriori 60 miliardi di dollari di beni provenienti dagli Usa ed importati in Cina. La cosa potrebbe tuttavia non finire qui, dal momento che il paese orientale possiede 1.100 miliardi di dollari di debito Usa, e già non ha partecipato alle aste di bond statunitensi di maggio trasformandole in un flop.
Pechino ha fatto notare che la guerra commerciale in atto è “in contrasto col consenso delle parti di risolvere le divergenze commerciali attraverso consultazioni, lede gli interessi di entrambe le parti e non soddisfa l’aspettativa generale della comunità internazionale”, ma di certo non si può rimanere impassibili davanti ad un totale di 450 miliardi di dollari di beni sovratassati, oltre la metà di quanto la Cina esporta negli Usa.
La risposta di Pechino “all’unilateralismo e al protezionismo” degli Usa ha affondato le borse di mezzo mondo, in particolare Wall Street, con il Dow Jones che ha perso il 2,38% a 25.323,83 punti, il Nasdaq e il 3,41% a 7.647,02 punti e lo S&P 500 il 2,41%, 2.811,84 punti.
Dopo la ventilata ipotesi di introdurre dazi anche verso l’Europa, in particolare per il settore delle auto, Bruxelles ha oggi messo le mani avanti, e il commissario Ue per il Commercio Cecilia Malmstrom ha detto in occasione di un incontro organizzato dal gruppo parlamentare della Cdu/Csu al Bundestag, che “abbiamo una lista che discuteremo con i Paesi membri prima di fare qualsiasi cosa. Forse dovremo usarla, ma spero veramente di no”.
Chiusura in negativo per le principali Borse europee: Francoforte (-1,52%), Parigi (-1,22%), Londra (-0,55%), Milano (-1,35%).