Usa. Domani le tariffe di Trump. Von der Leyen, ‘unità e determinazione’

di Riccardo Renzi *

Il 2 aprile 2025 segnerà una data cruciale per l’economia globale. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato per domani l’imposizione di nuove tariffe doganali sui beni importati, una decisione che potrebbe segnare l’inizio di un’escalation nelle tensioni commerciali tra gli Stati Uniti e l’Unione Europea. Questo provvedimento fa parte di un piano che Trump ha ribattezzato il “giorno della liberazione”, intendendo così liberare gli Stati Uniti dalla presunta morsa di partner commerciali che, a suo dire, hanno approfittato degli Usa per decenni. Nonostante alcuni segnali di ammorbidimento negli ultimi giorni, il presidente americano ha ribadito la sua posizione di adottare dazi “più bassi” ma comunque significativi, colpendo una varietà di paesi che non sono disposti a fare concessioni.
In risposta a questa mossa Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, è intervenuta in plenaria al Parlamento europeo a Strasburgo ribadendo la posizione dell’Europa in questo scenario. “La nostra risposta immediata è unità e determinazione”, ha dichiarato von der Leyen segnando chiaramente la volontà dell’Unione di proteggere i propri interessi economici senza rinunciare a una soluzione negoziata. La leader europea ha sottolineato che l’Europa non ha voluto questo conflitto, ma che se necessario sarà pronta a rispondere con misure adeguate. “Proteggere i nostri interessi, la nostra gente e le nostre aziende è la nostra priorità”, ha aggiunto, indicando che l’Unione è pronta a fare fronte comune se le trattative falliscono.
L’Unione Europea si prepara così ad affrontare una guerra commerciale che potrebbe avere ripercussioni su vasta scala, coinvolgendo milioni di lavoratori e imprese europee. La strategia dell’Europa non si limita alla mera reazione ai dazi imposti dagli Stati Uniti, ma si estende anche alla necessità di risolvere le sfide interne, come la realizzazione di un vero e proprio mercato unico. Von der Leyen ha sollecitato un’ulteriore riforma del Mercato unico europeo, per facilitare la libera circolazione di beni, servizi e capitali all’interno dell’Europa. Questo, ha spiegato, sarebbe la vera risposta europea alle sfide globali, riducendo le barriere interne che oggi limitano la crescita e la competitività del continente.
La mossa di Trump ha avuto immediate ripercussioni su vari paesi, con alcuni già pronti a rispondere. Il Messico ad esempio ha chiesto agli Stati Uniti di rispettare l’Accordo di libero scambio nordamericano (NAFTA), fondamentale per i legami commerciali tra il Messico, gli Stati Uniti e il Canada. Il governo messicano ha espresso preoccupazione per i potenziali danni che le nuove tariffe potrebbero causare, visto che il trattato ha portato benefici economici a tutti e tre i paesi.
Nel frattempo il Vietnam ha reagito riducendo i propri dazi doganali su alcuni beni, come automobili e gas liquefatto, in risposta alla minaccia di tariffe più elevate da parte degli Stati Uniti. Questa mossa è stata interpretata come una strategia per migliorare i legami con Washington, riducendo la pressione sulle proprie esportazioni e favorendo un equilibrio più favorevole nei confronti degli Stati Uniti, uno dei partner commerciali più importanti del Vietnam.
Le borse mondiali nel frattempo sembrano riflettere l’incertezza che pervade i mercati a causa delle politiche commerciali di Trump. Gli investitori sono preoccupati per le possibili ripercussioni di una guerra commerciale totale, che potrebbe alimentare il rischio di stagflazione, una combinazione di inflazione elevata e crescita economica stagnante. Nonostante le rassicurazioni di Kristalina Georgieva, direttrice del Fondo Monetario Internazionale, la quale ha affermato di non vedere all’orizzonte una recessione imminente, le preoccupazioni per l’impatto dei dazi sono forti. Gli analisti temono che le tariffe possano influire negativamente sulla fiducia dei consumatori e degli investitori, complicando ulteriormente l’attuale quadro economico globale.
In un contesto così teso, l’Europa ha chiarito che la preferenza rimane quella di risolvere la disputa attraverso il dialogo e la cooperazione. “L’Europa non ha iniziato questo scontro”, ha ribadito von der Leyen, ma l’Unione è pronta a proteggere i propri interessi se necessario. La leader europea ha sollevato una riflessione fondamentale: le relazioni commerciali tra gli Stati Uniti e l’Europa sono la più grande e prospera al mondo. Una guerra commerciale, ha sottolineato, sarebbe dannosa per entrambe le parti e sarebbe preferibile trovare una soluzione costruttiva che vada a vantaggio di tutti.
All’interno della Casa Bianca però non vi è chiarezza su come Trump intenda procedere, con segnali altalenanti tra durezza e possibilità di trattative. Se da un lato il presidente ha minacciato dazi universali contro tutti i paesi, dall’altro ha recentemente aperto a intese con singoli paesi. Questo lascia spazio a incertezze, alimentando la difficoltà per i partner commerciali degli Stati Uniti di formulare strategie efficaci.
Il futuro delle politiche commerciali globali dipenderà in gran parte dalle scelte che Trump attualizzerà il 2 aprile. L’Europa, pur cercando un dialogo, ha già preparato risposte in caso di escalation, ma l’incertezza rimane palpabile. In questo scenario le relazioni tra Stati Uniti e Unione Europa potrebbero essere messe alla prova come mai prima d’ora, mentre il resto del mondo osserva con attenzione, consapevole che il risultato di questa disputa potrebbe influire sulle dinamiche economiche globali per gli anni a venire.

* Istruttore direttivo presso Biblioteca civica “Romolo Spezioli” di Fermo, membro dei comitati scientifici e di redazione delle riviste Menabò, Scholia, Notizie Geopolitiche e Il Polo – Istituto Geografico Polare “Silvio Zavatti”, e Socio Corrispondente della Deputazione di Storia Patria per le Marche.