di Giuseppe Gagliano –
Il licenziamento di David Sundberg, capo dell’ufficio dell’FBI di Washington D.C., si inserisce perfettamente nel nuovo corso della politica statunitense: la vendetta come metodo di governo. L’uomo che ha supervisionato le indagini sulla rivolta del 6 gennaio 2021 e su Donald Trump si ritrova ora fuori dai giochi, casualmente dopo il ritorno in auge dell’ex presidente e l’insediamento di una squadra che ha come priorità non la giustizia, ma la pulizia etnica dentro le istituzioni.
Perché se c’è una cosa che negli USA non si può fare è indagare su chi non si deve indagare. Chiunque osi farlo diventa automaticamente un bersaglio. Il messaggio è chiaro: chi ha dato fastidio a Trump pagherà il conto. E se qualcuno avesse ancora dei dubbi, basti vedere il silenzio imbarazzato con cui i media mainstream stanno trattando la notizia.
Nel paese che si autodefinisce la più grande democrazia del mondo, i dossier più scottanti non si chiudono con sentenze ma con epurazioni. E il caso Sundberg è solo il primo di una lunga serie. La vendetta è servita, e lo stato di diritto può aspettare.