Usa. Le tensioni con la Cina nel Mar Cinese Meridionale tra espansione marittima e pesca illegale

di Alberto Galvi

Un piano degli Usa per dirigere le navi della Guardia costiera verso acque frequentate da navi cinesi rafforzerà la determinazione di Washington di contenere l’espansione marittima di Pechino senza provocare un conflitto armato. Le navi della Guardia costiera sono ampiamente considerate difensive mentre le navi della marina sono attrezzate per lanciare attacchi.
I mezzi costieri controlleranno la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata. La Cina ha la più grande flotta di pesca in acque lontane del mondo e le sue navi militari non sempre seguono il movimento della flotta.
L’aumento dell’attività della Guardia costiera statunitense mostrerà alla Cina che gli Usa decidono di controllare l’attività cinese in generale senza rischiare conflitti come farebbero le navi militari americane.
L’anno prossimo il presidente eletto Joe Biden manterrà la pressione sulla Cina dopo che entrerà in carica anche se Pechino accuserà abitualmente Washington di aver violato la sua sovranità inviando navi militari nelle acque contese.
La Cina contesta a Taiwan, Brunei, Malesia, Filippine e Vietnam la sovranità delle acque contese nel Mar Cinese Meridionale e per questa ragione ha aumentato la presenza di navi militari nell’area.
La Marina Usa invia regolarmente le sue navi entro 12 miglia nautiche dalle isole Spratly e Paracel, aree che la Cina rivendica come acque territoriali, ma che gli Usa considerano aperte al passaggio internazionale.
Gli Usa sperano che l’alleanza con Giappone, India e Australia possa fungere da baluardo contro la crescente assertività della Cina e le vaste rivendicazioni marittime nella regione Indo-Pacifico, incluso quasi tutto il Mar Cinese Meridionale.
Il PLAN (People’s Liberation Army Navy) cinese dispone di circa 350 navi, la maggior parte delle quali sono corvette, fregate, motovedette missilistiche e cacciatorpediniere. La forza navale cinese comprende anche due portaerei, 52 sottomarini d’attacco nucleari e diesel e quattro sottomarini con missili balistici a propulsione nucleare.
Dall’inizio del 2020 la Marina statunitense dispone di circa 293 navi, più grandi di quelle cinesi. Le navi da guerra statunitensi eseguono regolarmente le cosiddette manovre di libera navigazione per contrastare il tentativo di egemonia cinese nella regione.
Le affermazioni di sovranità marittima di Pechino sono state respinte dalla PCA (Permanent Court of Arbitration) dell’Aia nel 2016, anche se la Cina nella maggior parte del Mar Cinese Meridionale ha costruito numerose installazioni militari su isolotti, secche e scogliere.
Quattro anni dopo che la PCA dell’Aia aveva dichiarato che le affermazioni della Cina nella regione erano legalmente prive di fondamento. Gli Usa si sono schierati contro la Cina piuttosto che tentare di mediare un compromesso. Le sue navi da guerra pattugliano regolarmente la controversa area marittima.