Usa. Mattis, ‘Qatar situazione complicata. Dobbiamo contribuire a risolverla’

di Bessem Ben Dhaou –

Il segretario alla Difesa statunitense James Mattis è intervenuto oggi con una dichiarazione scritta al Comitato per i servizi armati della Camera dei rappresentanti tracciando la linea dell’amministrazione Trump su diverse crisi in atto, a cominciare da quella che interessa il Qatar, paese isolato da diversi stati dell’Area guidati dall’Arabia Saudita con l’accusa di sostegno al terrorismo, ma più probabilmente per aver intrecciato rapporti con il nemico comune numero uno, cioè l’Iran.
Mattis ha descritto la situazione come “molto complicata”, ed ha sottolineato la necessità che gli Usa diano il loro contributo a risolvere la crisi diplomatica in corso, “a trovare un terreno comune” tra le parti. Il segretario alla Difesa ha inoltre osservato che l’emiro del Qatar, Tamim bin Hamad al-Thani “ha ricevuto una difficile eredità, ma si sta muovendo nella giusta direzione.”
Sull’accusa mossa al Qatar in particolare da Riad di sostenere il terrorismo, Mattis ha ricordato che il paese del Golfo ospita la “più grande base aerea degli Stati Uniti (in Medio Oriente)”. Ha quindi ricordato gli sforzi del presidente degli Stati Uniti nel campo della cooperazione con gli Stati del Golfo nella lotta contro il terrorismo, come è avvenuto in occasione del suo recente viaggio in Arabia Saudita, dove si è incontrato con 50 capi di stato del mondo islamico: “Posso dirvi – ha affermato Mattis – che il presidente Trump nella sua visita a Riad ha cercato e rafforzato un terreno comune che al momento non c’è”.
Proseguendo nel suo intervento scritto Mattis ha poi parlato della Russia e della Cina, che a suo dire stanno sfidando il dominio militare degli Stati Uniti con i progressi tecnologici nei sistemi di armamenti marini, terrestri e aerei: “Il nostro comando dei mari – ha affermato – è minacciato da sistemi di battaglia a lungo raggio e guidati da terra, progettati per attaccare le nostre navi a livelli sempre più ampi. La nostra superiorità sottomarina, indiscussa fin dalla fine della Guerra Fredda e un vantaggio competitivo chiave, è sfidata sia dalla Russia sia dalla Cina”.

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