Usa. Trump chiude KleptoCapture, nata per colpire gli oligarchi russi

di Giuseppe Gagliano

Gli Stati Uniti hanno annunciato la chiusura della Task Force KleptoCapture, il programma lanciato nel 2022 per colpire gli oligarchi russi legati al Cremlino. La decisione è stata comunicata il 5 febbraio dal procuratore generale americano Pam Bondi, che ha spiegato come la nuova amministrazione di Donald Trump abbia deciso di reindirizzare le proprie priorità verso la lotta ai cartelli della droga e alle bande internazionali.
Il programma, istituito sotto la presidenza di Joe Biden, aveva l’obiettivo di esercitare pressione finanziaria sugli alleati più facoltosi di Vladimir Putin dopo l’invasione dell’Ucraina, penalizzando coloro coinvolti nell’elusione delle sanzioni internazionali. Anche se i casi in corso contro gli oligarchi russi continueranno, la task force non sarà più gestita centralmente dal Dipartimento di Giustizia e le sue operazioni verranno ridimensionate nei prossimi 90 giorni, con la possibilità che la chiusura diventi definitiva.
Negli ultimi due anni la KleptoCapture aveva ottenuto risultati significativi, sequestrando beni di diversi imprenditori russi. Tra i più colpiti figurano Konstantin Malofeyev, proprietario del canale televisivo Tsargrad, e Suleyman Kerimov, senatore e miliardario originario del Daghestan. Il provvedimento arriva mentre alcuni oligarchi russi stanno cercando di sottrarsi alle sanzioni attraverso operazioni finanziarie mirate.
Il 6 febbraio il Financial Times ha rivelato che Mikhail Fridman e Petr Aven, due degli uomini d’affari più potenti della Russia, hanno venduto le loro quote della Alfa-Bank, la più grande banca privata russa, e della sua divisione assicurativa Alfa Strakhovanie, per tentare di ottenere la revoca delle sanzioni imposte dall’Unione Europea. Fridman e Aven erano stati sanzionati dall’UE il 28 febbraio 2022 per i loro legami con il Cremlino e il sostegno all’aggressione russa in Ucraina.
I documenti ottenuti dal Financial Times mostrano che la cessione delle partecipazioni è avvenuta per 2,5 miliardi di dollari a favore di Andrei Kosogov, socio di lunga data di Fridman e Aven, che però non è soggetto a sanzioni europee. La mossa rientra in una strategia per aggirare le restrizioni: già nell’aprile 2024, il Tribunale Generale dell’UE aveva revocato temporaneamente le sanzioni contro i due oligarchi, dichiarando che non vi erano prove concrete del loro ruolo nell’indebolimento dell’Ucraina. Tuttavia, Bruxelles ha successivamente ripristinato le restrizioni con una motivazione diversa, considerandoli imprenditori di spicco che forniscono entrate sostanziali al governo russo.
Parallelamente nuove indagini hanno fatto emergere ulteriori schemi di finanziamento delle attività russe nei territori occupati. Il sito investigativo Important Stories ha riferito il 4 febbraio che Oleksandr Yanukovych, figlio dell’ex presidente ucraino Viktor Yanukovych, ha guadagnato miliardi esportando carbone dalle zone annesse della regione del Donbass alla Turchia.
Viktor Yanukovych, presidente dell’Ucraina dal 2010 al 2014, è fuggito in Russia dopo la Euro Maidan e nell’ottobre 2024 è stato reso noto che suo figlio ha ottenuto la cittadinanza russa. L’inchiesta di Important Stories ha svelato che la società coinvolta nelle esportazioni, Energoresurs, è registrata a Rostov sul Don, in Russia, e ha esportato quasi mezzo milione di tonnellate di carbone tra il 2023 e il 2024.
Secondo l’indagine, l’azienda compra carbone da fornitori nelle regioni occupate dell’Ucraina e lo trasporta in Turchia via ferrovia e via mare. La connessione con Oleksandr Yanukovych è stata confermata attraverso le sue partecipazioni in diverse compagnie minerarie. Il carbone viene venduto a una società offshore, Energy Union, registrata nelle Isole Vergini Britanniche, a un prezzo artificialmente basso – circa 60 dollari per tonnellata nel 2024 – riducendo così le imposte sulle esportazioni. Una volta rivenduto sul mercato internazionale a prezzi più alti, il profitto viene trasferito in conti difficilmente rintracciabili.
Prima della guerra tra Russia e Ucraina, Energoresurs esportava carbone in Bulgaria, Estonia, Repubblica Ceca e Romania. Dopo il febbraio 2022, però, la maggior parte delle spedizioni è stata dirottata verso la Turchia, sfruttando il fatto che Ankara non ha aderito alle sanzioni occidentali contro Mosca.
Questi movimenti finanziari dimostrano come la rete di affari russi si stia riorganizzando per sopravvivere alle restrizioni imposte dall’Occidente. La chiusura della KleptoCapture potrebbe facilitare ulteriormente questa operazione, offrendo agli oligarchi russi più margine di manovra. Tuttavia, resta da vedere se l’Unione Europea adotterà misure più rigide per contrastare le strategie elusive messe in atto da Mosca e dai suoi alleati.