di Alberto Galvi –
L’opposizione venezuelana, che ha la maggioranza nell’Assemblea nazionale, ha votato per rimuovere il presidente ad interim Juan Guaidó, sciogliere il suo governo e nominare una commissione per governare le attività estere del paese. Il voto passa con 72 voti favorevoli, 29 contrari e 8 astenuti.
Il partito Voluntad Popular di Guaidó aveva esortato i legislatori a sostituirlo invece di sciogliere il governo ad interim. Il voto, che è avvenuto lo scorso 30 dicembre in una sessione online, riflette un mutato equilibrio di potere all’interno dell’opposizione in vista delle elezioni presidenziali nazionali del 2024 e della possibilità di sconfiggere il leader di sinistra Nicolás Maduro.
I legislatori cercano un fronte unito in vista delle elezioni, con tre dei quattro principali gruppi di opposizione, Justice First, Democratic Action e A New Era, che hanno sostenuto il disegno di legge per rimuovere Guaidó e creare la commissione di cinque membri per gestire le attività estere, in particolare la raffineria statunitense Citgo, una sussidiaria della società statale PDVSA (Petróleos de Venezuela, S.A.).
Per quanto riguarda il controllo dell’opposizione sulle attività estere non è a rischio, e lo scioglimento è necessario per l’unità in vista delle elezioni. Il governo venezuelano e l’opposizione hanno firmato lo scorso novembre un accordo preliminare per trovare una via d’uscita dalla crisi politica del paese, chiedendo che i miliardi di dollari congelati all’estero vengano sbloccati per aiutare a finanziare progetti sociali.
Guaidó è il principale volto dell’opposizione venezuelana da quando ha invocato nel 2019 la costituzione per assumere una presidenza ad interim, ottenendo il sostegno degli Stati Uniti e di altri governi che hanno respinto la rielezione di Maduro nel 2018.
Tuttavia il governo ad interim di Guaidó ha visto diminuire il suo sostegno, mentre Maduro ha mantenuto il controllo di quasi tutte le istituzioni venezuelane, comprese le sue forze di sicurezza. L’incapacità di cacciare Maduro ha frustrato i venezuelani, che stanno lottando con l’alta inflazione, la scarsità di cibo e i salari più bassi del Sudamerica, difficoltà che hanno costretto negli ultimi anni milioni di persone a migrare.