di Giuseppe Gagliano –
Gli Emirati Arabi Uniti e il governo yemenita con sede ad Aden, rappresentato dal ministro della Difesa Mohsen al-Dairi, non intendono venire meno al tentativo di annientare i ribelli houthi nello Yemen, e proprio per questo l’8 dicembre hanno siglato un nuovo accordo militare.
Anche se i dettagli di questo accordo sono secretati, fonti affidabili vicini all’intelligence hanno fatto emergere tre aspetti di grande rilevanza, e cioè la necessità di un intervento nello Yemen delle forze armate degli Emirati Arabi Uniti, dell’addestramento dei militari dello Yemen nelle accademie degli Eau, e che vi sia un vero e proprio coordinamento dei servizi di intelligence.
Non c’è dubbio che questo accordo consolidi la posizione di Tareq Saleh, nipote dell’ex presidente Abd Rabbo Mansour Hadi e capo delle National Resistance Forces (Nrf) basate nell’area occidentale di Mokha-Bab el-Mandeb e sostenute dagli Eau. Un altro aspetto che è emerso dall’accordo è la necessità di costruire un’infrastruttura militare sull’isola di di Abd al-Kuri.
L’Arabia Saudita, che guida l’intervento della coalizione militare contro i ribelli houthi (sostenuti dall’Iran) non ha mostrato alcuna reazione all’accordo, è ciò sta a dimostrare ancora una volta i contrasti tra Eau e Arabia Saudita non sono ancora stati risolti.