Alla luce del cambiamento nell’approccio degli Stati Uniti nei confronti dei ribelli Houthi dello Yemen, il ricercatore saudita Fahd Al-Shaqiran ritiene che “gli attacchi aerei contro gli Houthi siano necessari e attesi dopo gli eventi del 7 ottobre”.
Parlando alla Tv “al Arabiya”, Al-Shaqran delinea la sua visione della campagna militare statunitense, ritenendola “realistica a causa dell’ostruzione della navigazione marittima da parte degli Houthi, del loro attacco agli interessi statunitensi nel Mar Rosso, del loro attacco all’aeroporto Ben Gurion in Israele e della loro formazione di cellule terroristiche nel Corno d’Africa”.
In un’intervista l’analista ha descritto la campagna militare lanciata da Washington sabato sera come una fase di compensazione per la “pigrizia” del presidente degli Stati Uniti Trump nel trovare soluzioni, riferendosi all’incapacità della precedente amministrazione statunitense di affrontare seriamente la questione degli Houthi. Fahd Al-Shaqran vede anche la pressione americana come un cambiamento nella realtà yemenita sul campo. Ha affermato: “L’attuale panorama delle minacce degli Houthi è debole. Gli Houthi non hanno rispettato le minacce che erano state avanzate anche prima, durante l’amministrazione Biden.
In effetti, i recenti attacchi sono appropriati e deterrenti, poiché mirano a ridurre i movimenti degli Houthi e a scoraggiare l’Iran. Gli Houthi sono anche l’ultimo braccio iraniano nella regione dopo la fine di Hezbollah e l’uccisione dei leader di Hamas.
Gli Houthi non hanno più alcuna capacità economica alla luce della debolezza economica di cui soffre Teheran”. Rispetto alla situazione iraniana, Al-Shaqran ha anche sottolineato l’importanza di prestare attenzione alle nuove strategie americane adottate dal presidente Trump, affermando: “Gli iraniani devono prestare attenzione, e così deve fare l’asse del male. Ci sono strategie molto diverse perseguite da Trump e dal suo team nel suo secondo mandato”.