Yemen. Colloqui tra sauditi, omaniti e funzionari Houthi per trovare una soluzione al conflitto

di Alberto Galvi

Sono arrivate nella capitale dello Yemen, Sanaa, delegazioni saudite e omanite per colloqui con i funzionari Houthi volti a trovare una soluzione al conflitto che dura ormai da nove anni. Gli inviati incontreranno il capo del Consiglio politico supremo degli Houthi, Mahdi al-Mashat.
La visita indica progressi nelle consultazioni mediate dall’Oman tra Riyadh e Sanaa, che corrono parallele agli sforzi di pace delle Nazioni Unite. Hans Grundberg, l’inviato delle Nazioni Unite per lo Yemen, ha descritto gli sforzi in corso come un vero progresso verso una pace duratura.
I negoziati stanno andando avanti da quando i rivali Arabia Saudita e Iran hanno accettato di ristabilire i legami diplomatici attraverso un accordo mediato dalla Cina. I colloqui tra Arabia Saudita e Houthi sono incentrati su alcune questioni fondamentali: riapertura totale dei porti controllati dagli Houthi e dell’aeroporto di Sanaa, pagamento degli stipendi per i dipendenti pubblici, ricostruzione delle aree colpite dalla guerra e l’uscita delle forze straniere dal paese.
Dalla fine del 2014 gli Houthi, allineati dell’Iran, hanno rovesciato il governo di Sanaa appoggiato dai sauditi, controllando di fatto lo Yemen centro-settentrionale. Gli Houthi combattono contro un’alleanza militare guidata dai sauditi dal 2015, in un conflitto che ha ucciso decine di migliaia di persone e ha portato l’80 per cento della popolazione yemenita a dover dipendere dagli aiuti umanitari.
Durante i colloqui del mese scorso in Svizzera, a cui hanno partecipato le Nazioni Unite e il Comitato internazionale della Croce Rossa, il governo yemenita e i ribelli Houthi hanno concordato di liberare 887 detenuti. Gli Houthi hanno ricevuto 13 detenuti rilasciati dall’Arabia Saudita in cambio di un detenuto saudita liberato in precedenza, in vista di un più ampio scambio di prigionieri.