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Nei giorni scorsi gli Houthi dello Yemen sono tornati a prendere di mira Israele colpendo, in base a quanto riferito dal loro portavoce, anche l’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv. Per questione strategiche le poche notizie provenienti da Israele vengono minimizzate, ma è ormai certa la capacità degli Houthi di colpire in profondità Israele, e non solo le navi di transito nel mar Rosso, anche con missili ipersonici procurati dall’alleato Iran.
Oggi vi è stata una risposta di Israele agli attacchi Houthi con una serie di bombardamenti sulla città portuale di Hodeidah, che stando alle informazioni diffuse dall’esercito avrebbero colpito due porti, un aeroporto, obiettivi militari e infrastrutture elettriche. Colpiti obiettivi anche a Ras Issa.
Il fronte yemenita rappresenta un problema per l’esercito israeliano, già impegnato a Gaza e in Libano, anche perché la storia recente ha dimostrato la capacità di resilienza sia di Hamas, che di Hezbollah, che degli Houthi.
Dopo l’uccisione del leader di Hezbollah a Beirut Hassan Nasrallah, oggi le forze israeliane hanno continuato a bombardare il libano uccidendo, tra gli altri, il comandante Nabil Qaouk.
A un anno dal 7 ottobre Israele si trova quindi in un conflitto che va via via allargandosi, con la possibilità che l’Iran risponda a breve all’omicidio del leader di Hamas, Ismail Haniyeh, avvenuta a Teheran il 31 luglio scorso.