Yemen. La strage degli innocenti

Più di 2700 i bambini morti dall’inizio del conflitto.

di Gianluca Vivacqua –

È ormai quasi un lustro che una feroce guerra civile divampa nello Yemen. Il 19 marzo scorso del conflitto tra Houthi e coalizione pro-Hadi a guida saudita è stato festeggiato il quarto anniversario di sangue, ma non era la notizia principale di quel giorno: i media hanno preferito dare maggiore spazio alla vicenda di una massaggiatrice cinese vicina al presidente Trump, Cindy Yang, o al fatto che in Italia la Camera ha approvato la mozione della maggioranza sul memorandum d’intesa con la Cina, per l’adesione alla via della Seta.
Sembra che il destino di questa guerra tanto violenta quanto remota sia ormai sempre più simile a quello del conflitto in Siria, in corso dal 2011. Alla contrapposizione in armi tra assadiani e anti-assadiani manca poco per eguagliare il record della decennale guerra tra Iraq e Iran, ma è un altro aspetto a cui non si dà la dovuta attenzione: il comune denominatore tra i fatti bellici dello Yemen e quelli siriani, quasi a formare un ideale triangolo con quelli iranian-iracheni, sta in una particolare percezione della comunità internazionale, per cui si tende progressivamente ad operare un’eclissi di informazione su uno scenario che viene considerato o acquisito come permanente. Salvo tornare a parlarne in presenza di sviluppi eclatanti o dati che fanno discutere.
È toccato all’Onu squarciare nuovamente il sipario sullo Yemen, con i numeri relativi ai “caduti” di guerra minorenni. Secondo le stime del Palazzo di Vetro, sono più di 2.770 i bambini uccisi dall’inizio del conflitto. Quasi la metà di essi (47%) risultano periti nel corso dei ripetuti bombardamenti aerei che la coalizione a guida saudita (sostenuta dagli Usa) ha condotto dal 2015 in poi su Sana’a, la capitale in mano agli Houthi da quattro anni, e sulla regione circostante. Più in generale già l’Alto commissariato Onu per i Diritti umani aveva osservato come la sola coalizione comandata da Riad, con i suoi attacchi e le sue incursioni aeree, avesse causato il doppio delle vittime tra la popolazione civile rispetto al resto delle forze in campo.
Tornando alla conta dei martiri involontari di età prescolare e scolare, ancora più consistente è la cifra, 4.730, relativa ai feriti. Sommando piccoli morti e piccoli feriti dunque si arriva a superare le 7mila unità, una fetta abbastanza consistente delle 16mila vittime civili che in totale la guerra (sempre secondo le stime delle Nazioni Unite) avrebbe provocato.
Integra i dati Onu l’impietosa media quotidiana stilata da Save the Children: la Ong calcola che a partire dal 13 dicembre 2018, cioè dalla firma dell’ accordo di Stoccolma, nel Paese ogni giorno si continua a combattere ad un ritmo di otto minori uccisi o gravemente feriti. Il che significa che l’accordo di pace svedese, a parte il cesste-il-fuoco per Hodeida e l’ingresso degli aiuti umanitari nel suo porto, ha generato pochi altri effetti degni di nota.