Afghanistan. Draghi punta sul G20 per scongiurare la catastrofe umanitaria

Il segretario alla Difesa Usa, 'il caos a Kabul è colpa del Dipartimento di Stato'.

di Guido Keller

Si terrà il 12 ottobre il G20 voluto dal presidente del Consiglio Mario Draghi per affrontare la questione afgana. Si tratta, come ha osservato lo stesso Draghi, della necessità di individuare soluzioni volte a prevenire una crisi umanitaria senza precedenti, dal momento che il paese è isolato e quindi non può contare sul supporto internazionale. A dire il vero la Russia e in particolare la Cina mantengono relazioni con il paese dei talebani, ed anzi, la Cina sta individuando azioni autonome di intervento che si potrebbero tradurre in investimenti infrastrutturali.
Il G20 voluto dall’Italia, presidente di turno, sarà allargato anche all’Onu, al Fmi, alla Banca centrale e al Qatar. Il ministro degli Esteri di quest’ultimo, Mohammed bin Abdulrahman al-Thani, che si è incontrato a Doha con il capo della diplomazia europea Josep Borrell nel quadro di una conferenza di alto livello, si è detto oggi “molto deluso” per come i talebani stanno retrocedendo in tema di diritti civili, ed ha invitato i talebani a prendere esempio dal Qatar sul tema dell’educazione delle donne e delle libertà individuali. Facendo notare che “anche noi siamo un paese islamico”, al-Thani ha spiegato che “noi abbiamo più donne che uomini nei lavori governativi e nell’educazione superiore”, per cui ha invitato i talebani a mantenere in tema di diritti civili “i risultati acquisiti dai governi precedenti al loro”.
Il vergognoso caos provocato specialmente a Kabul dalla repentina ritirata degli occidentali è invece stato oggetto di un’interrogazione al Congresso Usa, ed il segretario alla Difesa ha fatto lo scaricabarile incolpando il Dipartimento di Stato, cioè il ministero degli Esteri.
Lloyd Austin ha fatto notare che “le decisioni su come evacuare collaboratori e famigliari era di pertinenza del Dipartimento di Stato”, il quale non avrebbe saputo gestire la mole improvvisa di richieste di visti dovuta alla ritirata drastica del personale e dei civili statunitensi. Ha fatto inoltre notare che il presidente afgano Ashraf Ghani aveva avvertito che la repentina e non graduale ritirata degli Usa avrebbe comportato il collo dello Stato.
Sempre in tema di Usa c’è da registrare la minaccia dei talebani per il continuo sorvolamento di droni. “Essi – hanno spiegato i talebani in una nota ripresa dalla tv panaraba al-Jazeera – rappresentano una violazione degli accordi di Doha e del diritto internazionale. Se tali azioni non si fermeranno, vi saranno conseguenze”.