AFGHANISTAN. Karzai, ‘basta trattare con i talebani’

Ansa/Afp, 2 ott 11 –

Stop agli sforzi per negoziare con i talebani. Ad annunciare la svolta e’ stato oggi il presidente afghano Hamid Karzai che, 12 giorni dopo l’assassinio del capo negoziatore ed ex presidente afghano Burhanuddin Rabbani, ha fatto sapere che sara’ rivista l’intera strategia negoziale per trascinare l’Afghanistan fuori dal pantano: stando a quanto dichiarato dallo stesso Karzai nei giorni scorsi, i negoziati dovranno includere anche il vicino, odiato Pakistan. Dal Pakistan proveniva infatti il kamikaze, finto emissario negoziale del mullah Omar, che il 20 settembre uccise Rabbani, facendo esplodere l’esplosivo che celava nel turbante. Proveniva, in particolare, dalle aree tribali pashtun a ridosso del confine afghano, dall’area della citta’ pachistana di Quetta, che, secondo molti, ospita sotto l’ala protettiva dei servizi segreti di Islamabad la ”Shura”, l’organo direttivo dei talebani del mullah Omar. Cosi’ ha stabilito l’inchiesta fatta svolgere da Karzai sull’assassinio di Rabbani, che presiedeva l’Alto Consiglio afghano per la Pace. Secondo le conclusioni del rapporto, ”i documenti e le prove raccolti, ma anche le confessioni di un complice arrestato (sul luogo al momento dell’attentato) mostrano che l’assassinio di Rabbani e’ stato pianificato a Quetta, e che l’assassino era un cittadino del Pakistan”, della città di Shaman, a ridosso della frontiera afghana. Questo non significa automaticamente che Kabul sospetti direttamente Islamabad, malgrado Kabul periodicamente l’accusi di proteggere la ”Shura di Quetta”. Tuttavia, spiega il portavoce del presidente Karzai, Siamak Harawi, ”i documenti e le prove raccolti, oltre agli elementi di identificazione (del kamikaze), agli indirizzi e numeri di telefono dei sospetti implicati” sono stati consegnati al governo del Pakistan. Quell’attentato non e’ stato mai commentato dai portavoce accreditati dei talebani, sempre molto solleciti nell’attribuirsi la paternita’ di attacchi e azioni clamorose. ”Il mullah Omar non ha indirizzo… Il loro emissario si e’ rivelato un assassino. E allora, con chi dovremmo trattare? Io rispondo: con il Pakistan”, aveva detto Karzai due giorni fa durante una riunione di dignitari religiosi a Kabul. ”L’unica soluzione che tutto il mondo reclama e’ che i negoziati (di pace) si tengano in Pakistan, perche’ tutti i santuari e i rifugi degli insorti sono situati in quel Paese”. Seppure non menzionato, la nuova svolta strategica di Karzai nasce all’ombra dello spettro, dai contorni oscuri e misteriosi, della Rete Haqqani, la milizia terroristica afghana alleata del mullah Omar e di Al Qaida che sta avvelenando i gia’ difficili rapporti fra Washington e Islamabad, che gli Usa accusano di proteggere tramite i servizi segreti (Isi) per rafforzare l’influenza e gli interessi pachistani in Afghanistan. Rete Haqqani di cui ieri l’Isaf, la forza internazionale Nato in Afghanistan, ha annunciato trionfalisticamente la cattura di un importante capo. Karzai da anni, incoraggiato dagli occidentali, sta tentando, con successi finora risibili, di negoziare con i talebani, offrendo in cambio della pace un’amnistia e anche posti di governo. Un’offerta sulla quale i leader talebani, che dal 2007 sembrano rafforzarsi e guadagnare terreno, anche con l’aiuto della Rete Haqqani, hanno sempre nicchiato, a parte qualche contatto preliminare. ”Tutte le discussioni di pace con i talebani – ha detto oggi il portavoce di Karzai – sono sospese. Il presidente rivedra’ la strategia di pace e di riconciliazione”, e la nuova strategia sara’ comunicata ”molto presto”. Intanto pero’, fra cinque giorni, sara’ il decimo anniversario dell’invasione dell’Afghanistan.