ALBANIA. Governo ritira “tassa sui poveri” richiesta da FMI

di Notizie Geopolitiche –

luci_erjonIl ministero delle Finanze albanese, dopo le dure proteste avanzate dai media nazionali ma anche da parlamentari della stessa maggioranza e da membri del Governo, ha accantonato la proposta di legge la quale avrebbe introdotto una tassa anche sui redditi più bassi.
A dare l’annuncio è lo stesso ministro delle Finanze, Erjon Luci, il quale ha affermato: “Non c’è alcuna variazione dell’attuale regime fiscale e non è previsto alcun provvedimento in questa direzione”.
L’imposta proposta in precedenza del Governo consisteva infatti in una tassazione del 5% sui redditi inferiori ai 15.000 lekë mensili (poco più di 100€) e 13% per quelli compresi tra i 15.000 ed i 130.000 lekë al mese (circa 930€) mentre, con una legge emanata nel 2013, i redditi fino ai 30.000 lekë erano stati esentati da tasse. La decisione del Governo è stata avversata duramente da televisioni e giornali e definita una “tassa sui poveri”.
Negli ultimi mesi, l’Esecutivo del premier socialista Edi Rama è stato protagonista di una politica di riduzione della spesa pubblica (l’ultimo decreto in questo senso, varato il 5 agosto, ha previsto tagli per 116 milioni di euro) e caratterizzata da un forte incremento della tassazione, con il fine di coprire un eccessivo deficit di bilancio e soddisfare così le richieste dei creditori internazionali, soprattutto Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale (Fmi), con i quali sono in ballo trattative per prestiti del valore di centinaia di milioni di euro; la manovra di Tirana non ha però ottenuto il successo sperato, le entrate fiscali sono state infatti nettamente inferiori alle previsioni, anche a causa della contemporanea crescita dell’evasione.
Era stato proprio il Fmi a richiedere al Governo albanese di introdurre questa imposta sui redditi più bassi partecipando, secondo indiscrezioni, anche alla scrittura del testo; l’istituto di credito, in seguito alle difficoltà incontrate da Tirana a mantenere sotto controllo il disavanzo statale, ha infatti bloccato la procedura per la concessione al paese balcanico di un prestito da 300 milioni di euro.
Oltre a questo problema con il Fmi, Rama dovrà inoltre far fronte alla necessità di riallocare ben 500 milioni di euro di titoli di stato che scadranno il novembre prossimo.