America Latina. Inflazione in diminuzione nel 2023 dopo il picco di quest’anno

di Paolo Menchi

Il primo semestre del 2022, con l’inizio della guerra in Ucraina ed il conseguente aumento del prezzo dei carburanti e dei beni alimentari, aveva registrato un aumento generalizzato e massiccio dell’inflazione un po’ in tutto il mondo.
Per la verità anche la pandemia aveva contribuito, perché gli stati avevano dovuto mettere in circolazione più denaro del dovuto per far fronte al fermo produttivo.
In America Latina il tasso di inflazione dei primi sei mesi aveva raggiunto la media (depurata dei paesi con l’inflazione cronica a livelli elevati come Argentina, Cuba e Venezuela) dell’8,4%, la più alta dal 2005.
Già nel secondo semestre però, in America Latina si è assistito ad una inversione di tendenza (grazie anche all’aumento dei tassi di interesse), che, secondo gli analisti continuerà nel 2023, con una riduzione del tasso inflazionistico, anche se in misura diversa.
Secondo le ultime rilevazioni ufficiali, che risalgono al mese di ottobre scorso, la media è scesa al 6,8% e, stilando una classifica, il paese dove l’inflazione è più bassa è Panama con l’1,7%, dato poco significativo perché si tratta di un paese che storicamente ha sempre avuto tassi sempre molto bassi.
Basti dire che, quando lo scorso giugno aveva raggiunto il 5%, un livello inusitato per Panama, era scoppiata una mezza rivoluzione con grandi proteste di piazza che avevano costretto il governo, attraverso una inusuale politica di sussidi, a congelare il prezzo dei carburanti.
Al secondo posto la Bolivia con il 2,9% che però gode del fatto di avere un’economia dollarizzata, con un cambio fisso rispetto alla moneta americana, grazie al denaro che viene iniettato nel sistema dal governo attingendo dalle riserve. Inoltre, in Bolivia le esportazioni vengono controllate, perché necessitano di un apposito certificato che può essere negato quando un prodotto non viene fornito nel mercato interno ad un prezzo ritenuto congruo, aumentando così l’offerta nel mercato nazionale che è un altro modo per calmierare i costi.
Se guardiamo la parte bassa della classifica, a parte i già citati paesi ad inflazione cronica (Venezuela 146%, Argentina 87,8% e Cuba 34,2%), spiccano Cile (12,8%) e Colombia (12,2%) che hanno raggiunto tassi che non toccavano da decenni.
La buona notizia è che per il 2023 si prevede una costante diminuzione dell’inflazione mentre la cattiva notizia è che il tasso di crescita sarà più basso di quanto ci si aspettasse, si prevede infatti una crescita media di circa l’1,3%, ma che comunque riguarderà tutte le nazioni della regione ad eccezione del Cile, che avrà una leggera decrescita.
Ci si attende, a questo punto, un calo dei tassi di interesse per rimettere in moto l’economia.