Antartide. Casi di Covid-19 in una base militare cilena

di Alberto Galvi

Il coronavirus è arrivato anche in Antartide e precisamente nella base cilena di Bernardo O’Higgins, che è una delle 13 basi cilene dell’isola, con 36 persone contagiate di cui 26 membri dell’esercito e 10 appaltatori civili che stavano conducendo la manutenzione della base. I funzionari della sanità e dell’esercito cileno si sono affrettati a sgomberare l’edificio e a mettere in quarantena il personale.
La base si trova vicino alla punta di una penisola nell’Antartide più settentrionale, affacciata su una baia spesso costellata di iceberg. La stazione di ricerca Bernardo O’Higgins è una delle quattro basi permanenti che il Cile ha in Antartide ed è gestita dall’esercito. Inoltre la marina cilena ha confermato tre casi tra i 208 membri dell’equipaggio su una nave che aveva portato rifornimenti e personale alla stazione di ricerca, che aveva navigato nella regione antartica.
La Sargento Aldea è arrivata alla stazione di ricerca il 27 novembre scorso e ha fatto ritorno in Cile il 10 dicembre. Tre dei suoi membri dell’equipaggio sono risultati positivi al loro ritorno alla base navale cilena a Talcahuano. I membri imbarcati nel viaggio in Antartide sono stati sottoposti ai test PCR o test di reazione a catena della polimerasi, che è il test di laboratorio gold standard per determinare la presenza del Covid-19 e tutti erano risultati negativi.
Gli operatori sanitari cileni hanno anche trovato un caso positivo al coronavirus, somministrando più di 100 test PCR a Villa Las Estrellas, un villaggio cileno e una stazione di ricerca sull’isola King George. I casi positivi sono stati spostati al di fuori del continente e messi in quarantena a Punta Arenas, la capitale della regione più meridionale del Cile.
Con l’inizio della pandemia sono stati sospesi tutti i principali progetti di ricerca in Antartide. Di conseguenza, la ricerca degli scienziati e dei loro collaboratori provenienti da molti Paesi del mondo è stata interrotta, anche se mille di loro sono rimasti nel continente durante l’inverno. A marzo, quando il mondo si è bloccato in risposta alla rapida diffusione del virus già si paventava che con i forti venti e le temperature fredde, l’Antartide fosse pericoloso per i lavoratori restare tutto l’anno nelle 40 basi situate nel continente.
Finora l’Antartide era riuscito a evitare la pandemia a causa di una serie di circostanze. Il basso numero di persone e le difficoltà a viaggiare per raggiungerlo e a muoversi al suo interno hanno reso facile mettere in quarantena e monitorare coloro che viaggiano verso il Polo Sud, mentre l’epidemia è coincisa con la fine della stagione estiva.
Per gran parte della pandemia, i viaggi da e verso il Polo Sud sono stati minimi poiché il continente è rimasto nell’oscurità per diversi mesi da marzo a ottobre. Il numero di persone in Antartide varia notevolmente tra le stagioni anche se non ci sono residenti permanenti nel continente. Durante l’inverno vi hanno soggiornato mille persone tra scienziati e altri professionisti, mentre durante l’estate ve ne hanno soggiornato circa 5mila.