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Negli ultimi giorni la coalizione anti-houti a guida saudita ha bombardato prima una scuola coranica ad Haydan, nella provincia settentrionale yemenita di Saada, uccidendo una decina di adolescenti, poi un ospedale di Medici senza frontiere ad Abs, nello Yemen nord-occidentale, uccidendo 11 persone.
Nelle ultime ore vi è stata una risposta da parte degli houthi, che hanno lanciato razzi dal confine su Nashran, nel territorio dell’Arabia Saudita, uccidendo 7 civili di cui 3 stranieri. Lo ha reso noto la tv panaraba al-Arabiya.
Il golpe dei ribelli sciiti houti, dietro al quale vi sarebbe l’Iran (che però nega), è arrivato nel gennaio 2015 dopo che per mesi avevano chiesto invano alcuni riconoscimenti come l’inserimento di 20mila appartenenti alla minoranza sciita nelle forze armate governative, l’assegnazione di 10 ministeri e l’inclusione nella regione di Azal, di Hajja e dei governatorati di al-Jaw. Gli houthi sostengono l’ex presidente Ali Abdallah Saleh.
Sono oltre 8mila le vittime del conflitto, per lo più civili, un numero salito in modo verticale dopo che la coalizione della Lega Araba a guida saudita ha intensificato i raid, evidentemente non proprio “chirurgici”.
La mediazione Onu ad opera di Ismail Ould Cheik Ahmed è fino ad oggi fallita, ma ha permesso effimere tregue utili per portare aiuti umanitari alla popolazione.
La coalizione a guida saudita vede partecipare in sostegno di Mansour Hadi Egitto, Sudan, Giordania, Marocco, Bahrain, Qatar e Emirati Arabi Uniti.
