Argentina. Fernández vince le elezioni e si prepara a gestire la transizione del paese

di Alberto Galvi –

Lo scorso 27 ottobre si sono svolte in Argentina le elezioni generali. Alberto Fernández del FT (Frente de Todos) è diventato il nuovo presidente del Paese sudamericano. Il candidato peronista succederà a Mauricio Macri del JC (Juntos por el Cambio) dal prossimo 10 dicembre. 
Gli altri candidati presidenti di questa tornata elettorale sono Roberto Lavagna dell’UNIR, José Luis Espert  del FD (Frente Despertar), Nicolás del Caño  del FIT (Frente de Izquierda y los Trabajadores) e Juan José Gómez Centurión​ del Frente NOS.
Oltre a eleggere un nuovo presidente e vicepresidente si è votato in Argentina per eleggere 130 deputati alla Camera e un terzo dei senatori. In totale i membri del Parlamento sono: 257 deputati alla Camera e 72 i senatori.
In questo periodo di transizione il presidente eletto, Alberto Fernández, ha già nominato i suoi collaboratori come il responsabile della sua campagna elettorale, Santiago Cafiero, l’ex segretario generale della Presidenza, Eduardo De Pedro, l’ex ministro della giustizia, Gustavo Béliz e la deputata Vilma Ibarra.
Tra gli altri collaboratori ci saranno Daniel Arroyo, Fernando Navarro, Gabriel Katopodis, Cecila Todesca, Juan Pablo Biondi. In totale i collaboratori scelti saranno una quarantina facenti parte della coalizione del FT, e collaboreranno durante tutto il periodo di transizione nei diversi settori con gli attuali ministri in carica.
Il grande sconfitto di queste elezioni è il presidente Macri. La sua sconfitta la si può spiegare con le mancate promesse in campo economico. Con Macri al potere invece che la ripresa economica è tornata la svalutazione del peso, l’aumento dell’inflazione e quindi l’aumento della povertà.
Quando era stato eletto nel 2015, Macri aveva promesso di rilanciare l’economia Argentina sistemando i conti pubblici, riducendo la povertà e l’inflazione, ma in questi anni non è riuscito a realizzare nessuna di queste misure economiche. Macri è riuscito comunque a ottenere alcuni risultati concreti nel campo dell’istruzione e della politica estera.
Macri era profondamente convinto che aprendo al libero mercato e rimuovendo le norme legislative e le procedure amministrative che ostacolavano l’ingresso di capitali nel paese, sarebbero arrivati ​​gli investimenti, e c ciò avrebbe cresciuto l’economia.
A proposito di problemi economici, si è congratulata immediatamente con il neo eletto presidente Fernández, la segretaria dell’IMF (International Monetary Fund), Kristalina Georgieva, con il quale dovrà rinegoziare un prestito di 57 miliardi di dollari che l’Argentina deve restituire a questa istituzione internazionale.
Il neo presidente eletto non avrebbe mai potuto vincere queste elezioni senza il sostegno di Cristina Kirchner, anche se con un profilo più moderato rispetto a quello dei peronisti di sinistra, Fernández è riuscito ad accaparrarsi i voti dei peronisti stanchi del kirchnerismo.
A livello politico Alberto Fernandez e Cristina Kirchner riusciranno così a intraprendere un’azione di governo efficace unendo il pragmatismo del presidente con la forte attrazione ideologica della sua vice-presidente.
Per Fernández, la priorità in questa legislatura, sarà di ottenere la crescita economica, in un quadro di giustizia sociale per evitare di aumentare le diseguaglianze, che hanno lacerato il paese negli ultimi anni.
Macri per risollevare l’economia del paese aveva attuato politiche di austerità che hanno solo aumentato le diseguaglianze sociali tra la popolazione. I cittadini argentini si sono così dimenticati gli episodi di corruzione in cui è stata coinvolta negli ultimi anni Cristina Fernanda Kirchner, che nel prossimo governo presieduto da Fernández sarà la nuova vice-presidente del paese.
Negli ultimi 2 anni in molti paesi dell’America Latina hanno vinto governi conservatori come in Colombia, Brasile e Cile, ma tutti hanno dovuto affrontare massicce proteste a causa di politiche economiche e sociali sbagliate, che hanno provocato diseguaglianze tra la popolazione.
A livello regionale, bisognerà vedere cosa succederà tra Brasile ed Argentina adesso che i 2 leader hanno un colore politico diverso. L’Argentina è stata alleata con il Venezuela durante i governi Kirchner, e si prevede che si ritirerà dal Gruppo di Lima, adesso che i peronisti di sinistra sono tornati al potere.
Il rapporto tra Argentina e Brasile è diventato strategico soprattutto in sede Mercosur, dopo che hanno concluso un importante accordo di libero scambio con l’Unione europea. Il presidente brasiliano Bolsonaro infatti non chiuderà le porte al nuovo governo argentino con cui ha intenzione di incrementare i rapporti commerciali mediante il Mercosur con il resto del mondo.