Argentina. Si rafforzano i legami militari con USA

di Giuseppe Gagliano –

L’Argentina e gli Stati Uniti hanno rafforzato la loro cooperazione militare attraverso la firma di un accordo per le vendite militari all’estero, durante un incontro ufficiale tenutosi il 2 luglio al Pentagono. Alla cerimonia hanno partecipato il segretario alla Difesa statunitense, Pete Hegseth, e il ministro della Difesa argentino, Luis Petri, che hanno celebrato la nuova intesa come un passo decisivo verso la modernizzazione delle Forze Armate argentine e il consolidamento della partnership strategica tra i due Paesi.
Secondo quanto riferito dal Dipartimento della Difesa, Hegseth avrebbe descritto l’incontro come un’occasione storica, sottolineando la comunanza di interessi e minacce che uniscono Washington e Buenos Aires. Il segretario avrebbe indicato la Cina come una crescente fonte di instabilità nella regione, affermando che la cooperazione militare tra Argentina e Stati Uniti sarà cruciale per affrontare le sfide comuni alla sicurezza.
Tra i punti salienti dell’accordo vi è l’acquisto da parte dell’Argentina di caccia F-16 Fighting Falcon e veicoli blindati Stryker, strumenti che contribuiranno ad aggiornare la capacità operativa delle Forze Armate argentine. Hegseth avrebbe elogiato la determinazione del governo di Buenos Aires nell’intraprendere questo percorso, sottolineando che “la pace richiede volontà e tenacia” e che i due Paesi sono pronti ad affrontare insieme le sfide strategiche emergenti.
Nel corso dello scambio bilaterale, i due ministri avrebbero anche ricordato i legami storici tra Argentina e Stati Uniti, che risalgono all’inizio del XIX secolo, quando emissari argentini acquistarono moschetti e baionette per la Guerra d’Indipendenza. Petri, a sua volta, avrebbe menzionato l’acquisto di 10mila fucili statunitensi durante la Conquista del Deserto del 1879, nonché il contributo argentino nella Guerra del Golfo, come testimonianza della continuità e solidità dell’alleanza bilaterale.
Parallelamente all’accordo con gli Stati Uniti, il governo argentino ha annunciato un’importante riforma della propria rete diplomatica militare globale, in linea con gli obiettivi della nuova politica estera e di difesa. Con la pubblicazione della Risoluzione Congiunta 39/2025, firmata il 30 giugno dai ministri Petri e Gerardo Werthein, è stato disposto un aggiornamento strutturale degli addetti alla Difesa, all’Esercito, alla Marina e all’Aeronautica presso le ambasciate argentine.
Il provvedimento, reso ufficiale il 2 luglio, prevede il rafforzamento della presenza militare argentina in oltre 25 sedi diplomatiche nel mondo, con finalità diplomatiche e strategiche. Tra le destinazioni indicate figurano Stati Uniti, Brasile, Cina, Germania, Israele, Sudafrica, Spagna, Francia, Regno Unito, Russia, Giappone e le principali organizzazioni internazionali, tra cui le Nazioni Unite, la NATO, l’Organizzazione degli Stati Americani (OSA) e la Inter-American Defense Board (IADB).
Il testo della Risoluzione sottolinea che gli addetti militari rappresentano un pilastro della strategia di difesa internazionale dell’Argentina, essendo strumenti diplomatici essenziali per la cooperazione in materia di sicurezza e per la proiezione della politica estera. La distribuzione sarà attuata gradualmente, seguendo una strategia in più fasi orientata a obiettivi di breve, medio e lungo termine. Le regioni coperte dalla nuova rete includono il Nord America, il Sud America, l’Europa, l’Asia, l’Africa, il Medio Oriente e l’Oceania.
Il Ministero della Difesa sarà incaricato della riorganizzazione delle risorse di bilancio necessarie per sostenere la misura, mentre il Ministero degli Affari Esteri coordinerà le designazioni. Il documento abroga le normative precedenti, aggiornando il quadro giuridico in base alla legge n. 20.957 e alla legge n. 22.520, che regolano la nomina di funzionari all’estero.
Il governo ha definito questa riforma come parte integrante dell’“Anno della Ricostruzione della Nazione Argentina”, sottolineando la volontà di rafforzare l’autonomia strategica del Paese.