Argentina. Tra primarie e presidenziali inizia lo scontro elettorale tra Fernández e Macri

di Alberto Galvi

In Argentina il candidato alla presidenza Alberto Fernández del Frente de Todos con Cristina Fernández Kirchner come candidata vice-presidente, hanno vinto le PASO (Primarias Abiertas Simultáneas y Obligatorias). Al secondo posto si sono classificati il presidente Mauricio Macri della coalizione Cambiemos e il suo candidato vice-presidente Miguel Ángel Pichetto, in vista del 1° turno delle elezioni presidenziali del prossimo 27 ottobre.
Inoltre alle primarie si è votato per formare le liste dei candidati parlamentari e delle elezioni amministrative. Alle prossime elezioni saranno votati un terzo dei senatori con 24 seggi e metà dei 130 deputati della Camera. Inoltre si voterà per eleggere i governatori di Buenos Aires, Catamarca e La Rioja, mentre nella capitale argentina saranno eletti il sindaco e i consiglieri comunali.
Il risultato elettorale ha indicato che Fernández avrà abbastanza sostegno per la presidenza senza dover andare al ballottaggio di novembre. Come terzo candidato si è presentato, raggiungendo l’8,7%, l’ex ministro dell’Economia Roberto Lavagna del Consenso Federal, insieme al governatore di Salta Juan Manuel Urtubey, come candidato vice-presidente.
Questo risultato ha inciso sui mercati finanziari e sulla valuta del peso argentino. Infatti la nuova svalutazione del peso nei confronti del dollaro preoccupa il governo. Il presidente Mauricio Macri ha incaricato il ministro delle finanze, Nicolás Dujovne, di adottare misure per garantire che la svalutazione non venga immediatamente trasferita ai prezzi. Per cercare di fermare il crollo della valuta del peso, il presidente argentino ha annunciato un pacchetto di riforme a favore dei lavoratori a basso reddito che includono sussidi sociali e riduzioni fiscali per ridurre l’impatto di una crisi economica.
L’acuta crisi finanziaria dell’anno scorso aveva colpito il peso e aveva costretto Macri a chiedere un prestito all’IMF (International Monetary Fund) in cambio della promessa di bilanciare il deficit argentino. Il crollo del peso probabilmente spingerà ulteriormente l’inflazione poiché gli investitori e le banche internazionali temono che i peronisti di sinistra vinceranno le elezioni presidenziali e porranno fine alle riforme neoliberiste di Macri.
Alla crisi del peso si aggiunge quella politica tra il neo candidato alla presidenza Argentina e il presidente brasiliano Bolsonaro. Con la sconfitta di Macri alle primarie e la tensione tra Brasilia e Buenos Aires, è a rischio l’accordo tra Mercosur e l’Unione europea firmato da Macri lo scorso giugno. Bolsonaro ha espresso il suo sostegno al voto di Mauricio Macri e Miguel Angel Pichetto, in quanto Cristina Kirchner vuole rivedere l’accordo tra i 2 blocchi commerciali.
In questa tornata elettorale Alberto Fernández si è principalmente concentrato nei suoi discorsi elettorali sull’aumento della povertà nel paese durante l’ultimo anno e mezzo senza dover render conto delle vicende giudiziarie che hanno coinvolto la ex presidente negli ultimi anni. Cristina Kirchner è stata accusata per corruzione in 13 processi, con 7 richieste di detenzione preventiva che le hanno tolto i privilegi senatoriali.
L’intenzione del governo Macri è di ripetere ciò che è accaduto nel 2015, anche se in quella occasione le distanze tra i 2 contendenti erano inferiori. In questa occasione Fernández ha ottenuto il 47,27% dei voti mentre Macri ha ottenuto il 32,33%. Macri nelle scorse elezioni era stato presentato come una novità dopo oltre un decennio di governo dei coniugi Kirchner.
La dura sconfitta di Macri alle primarie questa volta risiede nella difficile situazione economica in cui versa il paese. Il presidente Mauricio Macri è stato costretto negli ultimi mesi a imporre misure di austerità mentre le autorità hanno lottato per stabilizzare la valuta e frenare l’inflazione per garantire l’accesso ai finanziamenti dell’IMF.
Dato il risultato delle primarie, molti analisti credono che le elezioni di ottobre dovrebbero essere anticipate, in modo da non rimanere così a lungo con un vuoto potere. Fernández ha superato di quasi 15 punti l’attuale presidente e candidato alla rielezione e questo risultato toglie ogni dubbio sull’esito delle prossime elezioni. Per essere eletto presidente è necessario raggiungere il 45% dei voti o almeno il 40% e avere una differenza maggiore di 10 punti percentuali rispetto al secondo candidato più votato.
Se queste cifre non verranno raggiunte, si terrà il ballottaggio il 24 novembre. Coloro che non ottengono almeno l’1,5% dei voti non potranno partecipare alle elezioni di ottobre. Codesta infatti è la percentuale necessaria per definire se la coalizione può continuare nella competizione elettorale e per stabilire quale lista di candidati al Parlamento avrà il sostegno per partecipare alle elezioni generali.
I risultati definitivi delle primarie porteranno i nomi dei candidati alle varie elezioni che si svolgeranno il 27 ottobre. L’incertezza che lo scontro politico tra Fernández e Macri produrrà nei prossimi 2 mesi di campagna elettorale conseguenze negative sull’economia del paese.