Armenia. Gli Stati Uniti esortano a sostenere concretamente i colloqui di pace con l’Azerbaigian

di Domenico Letizia

“Ho esortato il primo ministro dell’Armenia, Pashinyan, a sostenere concretamente lo slancio dei negoziati di pace tra l’Azerbaigian e l’Armenia dando seguito ai colloqui dei ministri degli Esteri svoltosi a Washington lo scorso 7 novembre. Gli Stati Uniti restano impegnati in tali sforzi”, ha scritto su Twitter il segretario di stato Antony Blinken. Lo stesso ha telefonato al presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev il 16 novembre riaffermando la determinazione Usa per contribuire al processo di normalizzazione delle relazioni tra Azerbaigian e Armenia, impegno altamente apprezzato dal presidente Aliyev, che nella conversazione ha invece evidenziato l’impatto negativo sul processo di pace delle dichiarazioni da lui ritenute contraddittorie della leadership armena. Ciò si inserisce nel contesto in cui il 15 novembre alcune truppe delle forze armate dell’Armenia hanno attaccato, utilizzando armi leggere, dalle posizioni in direzione dell’insediamento di Yukhari Shorzha, nella regione di Basarkechar, le posizioni dell’esercito dell’Azerbaigian di stanza nell’insediamento di Mollabayramli, nella regione di Kalbajar. Successivamente, nella notte del 16 novembre, un distaccamento armato armeno, presente illegalmente nel territorio dell’Azerbaigian dove sono temporaneamente schierate le forze di pace russe, ha sparato sulle postazioni dell’esercito azerbaigiano di stanza nel territorio della regione di Aghdam.
Gli Stati Uniti sono consapevoli di dover far pressione sulle autorità armene nel cercare una resa diplomatica per evitarne una militare, considerando la superiorità delle capacità militari dell’Azerbaigian.
Una posizione completamente diversa è quella francese. Grazie all’immensa influenza della comunità armena sulla politica francese, il senato francese ha approvato una risoluzione, datata 15 novembre, che chiede “l’applicazione di sanzioni contro l’Azerbaigian e il suo ritiro immediato dal territorio dell’Armenia con la promozione di tutte quelle iniziative volte a stabilire una pace tra due Paesi”. Una risoluzione lontana dalla realtà geopolitica e giuridica emersa dalla comunità internazionale, che appare come una provocazione e non valuta attentamente l’impegno dell’Azerbaigian nel perseguire un’intesa, danneggiando il processo di pace guidato dall’Ue, con l’impegno del presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Il ministero degli Affari esteri dell’Azerbaigian, in relazione a tale risoluzione, ha sottolineato come essa mini il processo di normalizzazione delle relazioni tra Azerbaigian e Armenia, evidenziando la parzialità della Francia ed ignorando i quasi 30 anni di occupazione militare delle forze armate dell’Armenia dei territori dell’Azerbaigian internazionalmente riconosciuti, trascurando i massacri commessi contro la popolazione civile, la lesione dei diritti degli sfollati azerbaigiani e la politica di pulizia etnica contro gli azerbaigiani. Il ministero ha evidenziato che i diritti della popolazione armena, che vive in queste aree, sono una questione interna dell’Azerbaigian e saranno garantiti in conformità con la Costituzione azerbaigiana.
Una senatrice francese, Nathalie Goulet, ha definito la risoluzione del suo Senato come fonte di incomprensione tra Francia e Azerbaigian. “La maggior parte dei miei colleghi ha molti armeni nel proprio collegio elettorale. Hanno anche interpretato erroneamente il conflitto come una guerra tra armeni cristiani e azerbaigiani musulmani. Tutto confuso! Hanno un’unica versione e non cercano entrambe le posizioni. La lobby armena è molto forte e potente soprattutto sui giornali e in tv. Non aiuterà e creerà molti malintesi. Il parlamento è diverso dal presidente e dal governo, che sono più equilibrati. È un pessimo segno per una posizione equilibrata. Penso che la Francia abbia perso credibilità come copresidente del gruppo di Minsk”, ha dichiarato la Goulet. Sostegno anche dal deputato francese Jerome Lambert, che non ha esitato ad indicare nell’occupazione militare da parte dell’Armenia il principale ostacolo alla pace regionale, per quasi 30 anni. Come evidenziato dal segretario di stato americano Blinken, esiste un’opportunità storica per normalizzare le relazioni tra Azerbaigian e Armenia e firmare un accordo di pace. La comunità internazionale deve fare quanto nelle sue possibilità perché ciò avvenga.