Arriva dagli Emirati la “Monna Lisa” del Golfo

Incontro con l’artista Salama Al Mazrouei ai festeggiamenti per il UAE National Day 2018 a Roma.

di Vanessa Tomassini –

“La relazione tra cultura ed Emirati Arabi Uniti è molto profonda, cerchiamo sempre di sviluppare la vita economica parallelamente con quella culturale. L’apertura del museo del Louvre ad Abu Dhabi, l’8 novembre del 2017, è un segnale molto importante della visione degli EAU di ospitare e produrre arte e cultura nel mondo, e per il mondo. Anche il rapporto con gli artisti italiani è molto forte, ospitiamo tantissime mostre e collaborazioni, che cerchiamo di sviluppare sempre più. La presenza del padiglione permanente, acquistato dagli Emirati Arabi alla Biennale di Venezia, è un’altra dimostrazione della politica estera culturale del nostro Paese. Attualmente il livello di artisti emiratini sta crescendo in modo significativo, in particolare la presenza femminile che sta diventando un modello di presentare l’arte emiratina al mondo. Le donne con i loro quadri, le loro opere, rappresentano la cultura, la storia e le tradizioni degli Emirati in modo particolare e notevole”. A parlare è S.E. l’ambasciatore degli EAU a Roma, Saqer Nasser Al Raisi, che abbiamo incontrato durante i festeggiamenti del 47mo National Day, la giornata nazionale in cui si celebra l’unificazione dei sette emirati, sancita il 2 dicembre 1971. Nella splendida cornice dell’Hotel Cavalieri, immerso nei giardini mediterranei di Monte Mario, il fascino degli Emirati ha colorato le serate romane attraverso poesie, balli tradizionali, fragranze orientali e l’esposizione di opere d’arte originali giunte nella capitale per l’occasione. A catturare l’attenzione degli illustri ospiti, un’opera in particolare, la “Monna Lisa” dell’artista Salama Al Mazrouei. La Gioconda del Golfo è un ritratto femminile che condivide con l’opera di Leonardo Da Vinci lo stesso sguardo emblematico, che ci osserva da ogni direzione. “Diplomata all’Università degli Emirati Arabi Uniti, scuola di Belle Arti, sono anche membro della Emirates Fine Art Society. Il mio percorso è stato vario seppur sempre collegato alle arti e alla cultura. Il mio lavoro assomiglia alle emozioni umane, che possono essere viste nelle espressioni facciali delle figure che disegno, nonché attraverso le mie pennellate. Nella mia fase iniziale, ho trascorso anni specializzandomi nella ritrattistica realistica. Successivamente sono passata ad una nuova linea, in cui utilizzo i miei materiali e colori preferiti, sperimentando tecniche diverse e sviluppando il mio stile pittorico in ciò che vedete oggi”. Si racconta così Salama Al Mazrouei, mentre ci fermiamo incantati davanti alla sua opera. Salama è un’artista professionista, con oltre 85 mostre di successo, vincitrice del premio ‘The Arab Woman Award 2013 in Art’. Il suo lavoro è una combinazione di colore ad olio, acrilico e tecnica mista con i quali crea un dialogo su argomenti come il patrimonio e i motivi moderni dei suoi Emirati Arabi Uniti. “La mia famiglia e i miei insegnanti hanno avuto un ruolo importante in quello che ho raggiunto finora nel mio percorso artistico. È attraverso di loro che sono stata in grado di scoprire nuove intuizioni delle mie capacità artistiche e di progettare il mio percorso”. Aggiunge Salama, spiegandoci che la storia di Monna Lisa nasce per caso. “Durante la mia ultima esibizione ad Abu Dhabi è stata paragonata al famoso dipinto di Leonardo Da Vinci, perché attrae il pubblico con il suo sguardo che ne è sconcertato per un misto di felicità, attesa e tocco di tristezza. È un sorriso misterioso, i suoi occhi ti guardano ovunque tu vada, il sorriso silenzioso che porta dietro di sé è un mistero”. In un Medio-Oriente spesso difficile, disattento ai diritti delle donne, gli EAU rappresentano un’eccezione, una parentesi rosa che vale la pena raccontare. “Negli EAU – ci dice Salama Al-Mazrouei – l’arte e la cultura sono spesso viste come campi femminili, le donne sono a capo della maggior parte delle istituzioni artistiche del Paese, sia grandi che piccole. Abbiamo diverse figure culturali che hanno plasmato il panorama creativo degli Emirati Arabi di oggi: da Huda Alkhamis-Kanoo, che fondò la Fondazione di musica e arti di Abu Dhabi 20 anni fa, a Manal Ataya, che sovrintende ai 16 musei che compongono la Sharjah, Autorità dei musei. La Sharjah Art Foundation, Art Jameel, la Galleria d’arte di Abu Dhabi della New York University, la Fondazione Hamama Al Nahyan, Tashkeel, il Dipartimento della Cultura e del Turismo di Abu Dhabi; la stragrande maggioranza del personale di queste organizzazioni sono donne. Anche sul versante commerciale, molte gallerie sono a conduzione femminile, come l’omonimo spazio di Isabelle van den Eynde su Alserkal Avenue, Sunny Rahbar alla Third Line e Yasmin Atassi alla Green Art Gallery, così come lo sono le principali fiere d’arte degli Emirati Arabi Uniti, Art Dubai e Abu Dhabi Art, diretti rispettivamente da Myrna Ayad e Dyala Nusseibeh. La nomina dello scorso anno di Noura Al Kaabi come ministro della Cultura e dello Sviluppo della Conoscenza è stata vista da molti come un riconoscimento significativo del ruolo che le donne svolgono nella cultura. Significa così tanto per le donne sul posto di lavoro avere una donna che rappresenta l’intero settore culturale della nazione”. Per il futuro Salama vuole essere più efficace, perché sa che le sue opere sono diverse da quelle di altri artisti e con determinazione ci confessa che “dipingerò tutto ciò che voglio, senza prestare attenzione a ciò che è comune nel campo artistico degli Emirati Arabi Uniti”.