Attaccata con aerei fabbrica di armi presso Khartoum. Sudan ed Iran accusano Israele

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La televisione pubblica del Sudan, Ashorooq tv, ha comunicato che vi è stata una forte esplosione presso la fabbrica di munizioni ‘Yarmouk’, nei pressi di Khartoum.
Stando a quanto ha denunciato il ministro dei Servizi di sicurezza del paese africano, alle prime ore dell’alba di mercoledì quattro aerei caccia israeliani sono entrati nello spazio aereo sudanese ed hanno portato avanti l’attacco, cosa confermata anche da Ramin Mehmanparast, portavoce del ministro degli Esteri iraniano.
Secondo il partito del National Congress Party (Ncp), a cui appartiene il presidente Omar al-Bashir, quanto accaduto fa parte dei “tentativi sionisti d’arrivare alla disintegrazione dell’unità del paese e di contrapporre una parte della sua popolazione all’altra”, e, pertanto, il Sudan si “riserva il diritto di reagire ad ogni atto ostile di qualsiasi potenza contro il suo territorio”; il partito ha chiesto inoltre al governo, attraverso la radio Omdurman e l’agenzia di Stato Suna, di “sollevare la questione dell’attacco in tutti i forum internazionali per ottenere una condanna, chiedere compensazioni e far sì che non ci siano ulteriori aggressioni”.
Al momento Israele non ha confermato ne’ smentito la notizia, limitandosi ad affermare, attraverso il generale e alto funzionario del ministero della Difesa Amos Ghilad, il quale è intervenuto a Radio Francia, che “il Sudan è un pericoloso Stato terrorista” e che “per capire cosa sia successo occorrerà del tempo”. Ghilad ha poi continuato dicendo che “il leader sudanese Omar al-Bashir è un criminale di guerra” ed ha accusato il Sudan di aver fatto in passato da “base operativa ad Osama Bin Laden” e di “essere sostenuto dall’Iran”.
Secondo l’intelligence israeliana, la fabbrica ‘Yarmouk’ sarebbe dei pasdaran iraniani ed Iran e Sudan coopererebbero da diverso tempo, al punto che Khartoum sosterrebbe Hamas.
A titolo precauzionale gli Stati Uniti hanno chiuso la propria ambasciata in Sudan, ma il quotidiano ‘Al-Hayat’ ha riportato che la sospensione della la rappresentanza diplomatica sarebbe avvenuta addirittura poco prima che il Sudan accusasse Israele dell’attacco.
Alla domanda rivoltagli da un giornalista, il premier israeliano Benjamin Netanyahu, che stava uscendo dal vertice con il Primo ministro italiano Mario Monti, ha risposto seccamente che “’Israele non ha nessun tipo di reazione a questo argomento”.