Attacco di Grozny: la Cecenia non è immune dal terrorismo come si vuole far credere

di Giuliano Bifolchi * –

cecenia militariAttacco terroristico in Cecenia, dove ad essere colpito è stato un check-point nei pressi di Grozny, azione che ha causato il ferimento di sei ufficiali di polizia, di cui tre in gravi condizioni.
Secondo le informazioni rilasciate dal ministro degli Interni ceceno, due uomini armati avrebbero preso d’assalto il check point ingaggiando uno scontro a fuoco con le forze di polizia. Tale attacco segue a più di un anno di distanza quello avvenuto il 4 dicembre 2014 nella capitale cecena che portò alla morte di 14 ufficiali di polizia, 11 militanti ed un civile ed al ferimento di altre 36 persone delle forze di sicurezza.
La giornata di oggi ha un significato particolare per la Cecenia in quanto non solo si celebra il 71mo anniversario della Vittoria russa contro la Germania nazista, ma si commemora anche Akhmat Kadyrov, padre dell’attuale capo di Stato ceceno Ramzan Kadyrov e primo presidente ceceno ucciso il 9 maggio 2004 da un attentato esplosivo da parte della militanza armata di matrice islamica. Proprio a seguito dell’assassinio di Akhmat Kadyrov è iniziata la scalata al potere di suo figlio Ramzan, che lo ha visto nel 2007 divenire il capo di Stato della Repubblica di Cecenia grazie al favore e supporto del presidente russo Vladimir Putin.
L’attacco potrebbe essere visto come un messaggio da parte dei gruppi della militanza armata verso il governo di Grozny che in diverse occasioni ha promosso il successo ottenuto nel riportare la sicurezza e stabilità nel paese.
Nello specifico tale messaggio sarebbe direttamente indirizzato a Ramzan Kadyrov, leader indiscusso della Cecenia e al suo terzo mandato alla guida del paese dopo la riconferma avvenuta a fine marzo da parte del Cremlino (Cecenia. Kadyrov riconfermato tra scetticismo e polemiche), che governa il paese grazie ad una significativa forza militare composta da circa 30 mila uomini, secondo il report pubblicato dall’attivista Ilya Yashin lo scorso febbraio, e grazie ad una politica di repressione di ogni forma di opposizione.

* bifolchi fuoriGiuliano Bifolchi. Analista geopolitico specializzato nel settore Sicurezza, Conflitti e Relazioni Internazionali. Laureato in Scienze Storiche presso l’Università Tor Vergata di Roma, ha conseguito un Master in Peace Building Management presso l’Università Pontificia San Bonaventura specializzandosi in Open Source Intelligence (OSINT) applicata al fenomeno terroristico della regione mediorientale e caucasica.

 

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