Biden in Israele e Golfo per la Nuova Palestina. Ma preoccupa l’avvicinamento dell’Iran alla Russia

di Guido Keller

Il presidente Usa Joe Biden si è recato in Israele con lo scopo di lavorare alla normalizzazione dei rapporti fra l’Arabia Saudita e Tel Aviv, un progetto a cui gli sherpa di entrambe le nazioni sono a lavoro fin dall’introduzione da parte di Donald Trump degli “Accordi di Abramo”, a cui hanno aderito Emirati Arabi Uniti, Sudan, Marocco e Bahrain.
Biden smentisce così per ragioni di Stato la sua campagna elettorale, dal momento che aveva stragiurato di non coltivare rapporti con i sauditi a causa della grave situazione dei diritti umani e a seguito dell’omicidio nel 2018 del noto giornalista saudita Jamal Khashoggi, con passaporto Usa ed eliminato da un commando dietro al quale vi sarebbe il principe ereditario Mohammed bin Salman al-Saud.
Fatto sta che sbarcando in Israele Biden, accolto dal premier Yair Lapid secondo il quale “è un grande sionista e uno dei migliori amici del nostro paese”, ha subito affermato che “la soluzione dei due stati rimane la migliore per garantire pace e stabilità a israeliani e palestinesi”.
Non viene quindi cassato il piano piano Kushner, il quale prevede la nascita della “Nuova Palestina”, uno stato la cui sicurezza sarebbe stata tuttavia depotenziata in quanto nelle mani di Israele, anche se con Gerusalemme capitale di entrambi gli stati; Gaza e la Cisgiordania verrebbero collegate da un ponte di 30 km alto 30 mt.
Quello della normalizzazione dei rapporti fra Israele e l’Arabia Saudita sarà comunque “un processo lungo”, com’è stato precisato dall’Amministrazione Usa, e terminati gli incontri a Tel Aviv il presidente Biden si porterà a Ryad, dove incontrerà proprio il principe Mohammed bin Salman insieme al Consiglio per la cooperazione del Golfo e ai leader di Egitto, Iraq e Giordania.
Altri temi sul tavolo riguardano la crisi ucraina e la vendita dell’Iran alla Russia, sottoposta a sanzioni, di centinaia di droni. L’Iran continua a rappresentare per Israele la minaccia numero uno, ma preoccupa Washington l’avvicinamento in corso della Repubblica Islamica cola Russia, e già settimana prossima il presidente Ebrahim Raisi incontrerà il collega russo Vladimir Putin e quello turco Recep Tayyp Erdogan.