Bolivia, nascono i sindacati dei bambini-lavoratori

di Ercolina Milanesi –

Dei 9 milioni di abitanti della Bolivia uno è costituito da lavoratori minorenni, alcuni al lavoro già ai sette anni. Di questi, la metà è costituita da bambine. Le bambine, come il loro lavoro, rimangono nascoste, in casa o nel retro dei ristoranti.
Questi bambini e adolescenti lavorano per aiutare la famiglia, per mantenersi agli studi, per trovare una forma di autosostentamento, per assicurarsi un futuro migliore rispetto ai loro padri e fratelli morti di silicosi o per un incidente nelle miniere o nelle piantagioni di canna da zucchero.
La maggioranza dei bambini lavoratori vanno a scuola mentre si dedicano a attività pesanti, in alcuni casi con giornate di lavoro pieno. Hanno creato i sindacati per poter ricevere la tutela del governo e ottenere rispetto dalla società.
Questi bambini non pensano di vivere male e hanno creato questi sindacati per poter migliorare la propria condizione. Far parte di un sindacato significa garantirsi una forma di protezione e il riconoscimento dei diritti fondamentali da parte del governo, e allo stesso tempo guadagnarsi il rispetto degli altri lavoratori. Essendo bambini subiscono spesso molestie e maltrattamenti da parte dei grandi ma hanno imparato a reagire e a proteggersi.
Dal momento che il lavoro infantile è illegale, è difficile pretendere che il governo o una delle organizzazioni che lavora a difesa dell’infanzia, lo protegga.
Alcune delle questioni sollevate dall’UNATSBO: Chiedono che i bambini guadagnino gli stessi stipendi e contino sugli stessi strumenti finanziari dei loro corrispettivi adulti. In alcuni settori, invece guadagnano meno della metà dello stipendio dei loro colleghi maggiorenni. Inoltre, i bambini non possono aprirsi un conto in banca e spesso finiscono per dover affidare i loro risparmi ai genitori. I membri del sindacato lottano anche per un ambiente di lavoro più sicuro, per il diritto alle cure mediche specialmente per quei bambini che lavorano mettendo a rischio la salute.