Bolivia. Tasso di inflazione molto basso e in controtendenza con la regione

di Paolo Menchi –

La congiuntura internazionale che sta portando ad un generalizzato aumento del costo dell’energia sta influenzando il prezzo dei prodotti, con conseguente aumento dell’inflazione ed erosione del salario reale della popolazione.
Si calcola che a fine anno il tasso di inflazione medio nella regione latino-americana sarà intorno al 10%. Il dettaglio della previsione è il seguente: Brasile 11,3%, Cile 9,4%, Colombia 8,5%, Messico 7,4%, Uruguay 9,4%, Perù 6,8%, Ecuador 2,6% fino ad arrivare alle due nazioni in cui l’inflazione è un serio problema già da molti anni come l’Argentina 55% e Venezuela 284,4%.
In questo elenco manca sorprendentemente la Bolivia, che ha visto addirittura un calo dei prezzi dello 0,1% tra febbraio e marzo scorsi, registrando, sempre a marzo 2022, un tasso di inflazione dello 0,77% e ci si chiede quali siano i motivi di questa clamorosa controtendenza.
Il primo motivo è legato al cambio fisso dollaro – bolivares (1 a 6,96) imposto da oltre 10 anni dal governo Morales e mantenuto dall’attuale presidente Arces, che ha reso possibile avere una moneta stabile senza nessuna differenza tra il cambio ufficiale e quello che si applica per la strada, come invece avviene negli altri paesi della regione, tutto questo grazie agli interventi del governo che sostiene la moneta iniettando nel mercato dollari prelevati dalle sue riserve.
La moneta forte permette di importare vantaggiosamente, ma anche le esportazioni vengono controllate perché necessitano del certificato di esportazione che può essere negato quando un prodotto non viene fornito nel mercato interno ad un prezzo ritenuto congruo, aumentando così l’offerta nel mercato nazionale che è un altro modo per calmierare i costi.
La sostenibilità economica di queste operazioni è stata garantita dalle ingenti risorse pervenute a seguito della nazionalizzazione degli idrocarburi voluta da Morales.
Sempre grazie ai sussidi il costo della benzina è stato tenuto stabile e non ha avuto riflessi sul prezzo dei prodotti di base come avvenuto negli altri paesi.
Da non dimenticare che in Bolivia ci sono due organismi molto utili per il controllo dei prezzi vale a dire il “Fondo Rotatorio de Seguridad Alimentaria “che importa alimenti con fondi statali e li distribuisce nel mercato interno per calmierare i prezzi e la “Empresa de Apoyo a la Producción de Alimentos” che garantisce appoggio finanziario al settore agricolo.
Sembrerebbe un sistema che funzioni bene ma ci si chiede per quanto tempo il governo riuscirà a sostenere lo sforzo economico dei contributi che sta elargendo per controllare il mercato dei prezzi.
Secondo qualcuno il fatto che Bolivia esporti prodotti che si stanno apprezzando notevolmente come il gas, l’elettricità, i minerali e la soia non dovrebbe creare problemi per molto tempo ancora.
Secondo invece l’opposizione il debito pubblico boliviano comincia ad essere troppo alto, anche confrontato con la media della regione, inoltre accusa questo sistema di disincentivare sia gli investimenti stranieri nel paese che la produzione locale, a favore delle importazioni.